Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Alexandra Duval
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    Erano millenni che non sentivo più parlare del Cristallo d’Argento, ed ora scoprivo che era in possesso di un essere insignificante come Midar. Come poteva quell'inutile scimmia esserne il nuovo proprietario? Non aveva senso e soprattutto chi aveva osato consegnargli ciò che era mio?
    Nemmeno quando avevo distrutto l'Impero Galattico e le 8 Colonie ero riuscita ad ottenerlo, non quando la Famiglia Reale Lunare nell'ultimo atto prima della loro morte si erano impegnati a nasconderlo e impedire che ne entrassi in possesso. E ora cosa scoprivo? Che era su quella roccia chiamata Terra ed era in mano di una persona che ne disconosceva il potere infinito.
    Io ero la sola ed unica proprietaria di quell'oggetto magico. Io dovevo possederlo per poter così ottenere finalmente la mia vendetta oltre che avverare il mio più grande desiderio. Per riuscirci però dovevo giocare con furbizia e così insinuai nella testolina vuota di Midar l’idea di organizzare una giostra, come quelle medievali di un tempo, e di mettere in palio il gioiello che volevo. Ovviamente il tutto doveva svolgersi secondo le mie regole. Gli esseri umani erano esseri pigri ed io avevo tutta l’intenzione di godermi un po’ di competizione, anche perché avevo già puntato da diversi anni, il mio fidato cavaliere.
    Volevo vedere sino a che punto delle misere scimmie potessero spingersi per ottenere quel trofeo.
    Ma qualcosa non andò esattamente come avevo immaginato. Le scimmie spinte dal desiderio di risultare i vincitori della giostra, giocarono oltre le regole e la mia pedina finì per restarne uccisa.
    Erano anni che non mi divertivo così tanto. Amavo scatenare la loro indole e quella brutta copia delle battaglie di un tempo mi stavano regalando un po’ di quella gioia ormai persa che da tempo non potevo assaporare. La morte però di Michael aveva sconvolto i miei piani, costringendomi a cambiarli in corsa.
    Potevo scatenare una vera e propria battaglia tra quelli che consideravo delle simpatiche marionette, ma non sarebbe stato divertente e poi potevo fare di meno in quanto la morte di Michael mi aveva dato la possibilità di avvicinarmi al Gran Maestro dell’ordine degli Assassini, la cui aurea era la cosa migliore che avessi visto da molto tempo.
    Fu proprio durante il funerale di Michael che decisi che era giunto il momento di palesarmi ai Templari, in fondo il cavaliere morto mi apparteneva. Così vestita a lutto mi avvicinai ai presenti affiancando il Gran Maestro Haytham.
    Non potevo negarlo amavo quel genere di festa, proprio come amavo il campo di battaglia. Solo che non amavo perdere i miei giocattoli e Michael, sin dalla sua nascita, era stato uno di questi.
    Durante l’intera cerimonia, nascosta dal velo nero che mi copriva il viso osservai attentamente tutti i presenti, nessuno escluso.
    Era palese quanto la morte di Michael non interessasse a nessuno, se non al Gran Maestro ed al suo carnefice. Corroso dai sensi di colpa. Una sensazione che mi premunii di accentuare. In fondo ero pur sempre la “Dea della Discordia” e amavo crearla tra le genti e nelle loro anime corrotte.
    Conclusa la cerimonia decisi che era giunto il momento di avvicinare il Gran Maestro e fare la mia trionfale entrata in scena. Avevo scoperto, al mio arrivo su quello scoglio nell'universo, che la mia bellezza era diversa da quella di qualsiasi altra scimmia femmina. Era più perfetta, più attraente, più accattivante, di fatto non serviva che sapessero che non fossi di quel mondo per capire che in me c'era qualcosa di diverso... Avevo ammaliato ogni uomo sul mio cammino ed Haytham non avrebbe fatto eccezione, anche perchè c'era qualcosa di diverso in lui... figlio di un destino avverso, testimone di una morte violenta, plagiato dalla colpa e dalla vendetta era divenuto il maestro degli inganni, della dissoluzione, del travaglio, del dolore, dei combattimenti e delle dispute e per questo era p-e-r-f-e-t-t-o. A confermarmi tutto ciò le mie fidi Erinni, che appollaiate sul ramo sopra la sua testa lo scrutavano con i loro occhi color pece.
    Aletto, Megera e Tisifone erano un tempo le Eumenidi, ma quando le avevo strappate a Notte le avevo trasformate in quei tre splendidi corvi, miei servitrici e capaci di torturare le vittime da me designate fino alla pazzia.
    «Le miei più sentite condoglianze, Mr. Kenway...» sussurrai avvicinandomi lentamente e sollevando il velo che mi copriva il volto, rivelandomi a lui.


    Edited by Señora Acero¸ - 19/5/2017, 09:46
     
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17 replies since 19/5/2017, 00:29   385 views
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