Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Alexandra Duval
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    Il danno ormai era fatto. La morte di quel piccolo ingrato stava per compromettere un piano assolutamente perfetto.
    Nell'istante esatto in cui avevo percepito la morte di Michael avrei voluto distruggere Midar e tutta quell'accozzaglia di scimmie che gli stavano intorno, ma questo mi avrebbe impedito ancora una volta di entrare in possesso del Cristallo d’Argento. Questa volta era determinata a non commettere errori, di nessun genere, desideravo quel gioiello sin dalla mia creazione e su questo scoglio, che chiamavano Terra, in un modo o nell’ altro, ne sarei entrata in possesso.
    Nonostante sentissi crescere dentro di me, ad ogni secondo che passava il desiderio di radere al suolo l’intero pianeta, decisi ancora una volta di utilizzare una vendetta ancora più appagante, di una semplice distruzione. Tutti desideri che sentivo da quando avevo iniziato ad abitare questo corpo.
    Decisa la strategia da tenere, dovevo solamente metterla in atto e manate in esplorazione le mie fidate servitrici ottenni le informazioni che cercavo del Gran Maestro.
    Era inutile negare che il corpo che abitavo avesse molti pregi, ma anche dei difetti, e l’essere curiosa era uno di questi, ma come sempre le piccole imperfezioni di Eris mi sarebbe tornate, di grande utilità. Infatti al funerale di Michael riuscii ad osservare da vicino Haytham e la sua aurea oscura. Le Erinni avevano ragione quell’uomo aveva delle enormi potenzialità.
    Il problema era ben altro volevo capire se ero effettivamente attratta dal Gran Maestro o se era solo la sua aurea quella che ammiravo. Come potevo resistere era più nera della pece ed era così sinistra da apparire quasi un gioiello prezioso.
    Il tempo stava scorrendo troppo velocemente, certo avrei potuto fermarlo e leggere comodamente nella mente di Haytham, ma così non sarebbe stato divertente ed io volevo giocare secondo le regole. Poco tempo, significava raccogliere poche informazioni, ma quel poco che potevo vedere sapevo perfettamente come utilizzarle a mio favore.
    Visto che Haytham sospettasse dell’esistenza di una donna nella vita di Michael, perché non potevo fargli credere che quella donna ero io.
    In fondo non era una menzogna, che tanto amavo, visto che a conti fatti Michael prima di tutto lavorava per me e dopo per lui. Era a me che doveva rivelare tutto ciò che scopriva e non ha quella scimmia dalla magnifica aurea.
    Ora la cosa più importante da fare era riuscire ad avvicinare il Gran Maestro ed estorcergli quel poco che quello scellerato di Michael gli avesse rivelato sul Cristallo d’Argento.
    *Michael possibile che tu non ne faccia mai una giusta. * - pensai nascosta sotto il velo che mi copriva il viso - *Eppure devo dartene atto, questa volta non potevi servirmi meglio*
    La mia occasione arrivò a cerimonia conclusa. Lentamente mi avvicinai al Gran Maestro porgendogli le mie, poco, sincere condoglianze, ma se volevo giocare con lui, dovevo farlo secondo le regole.
    Ora con il viso scoperto, dovevo lasciare che la mia miglior maschera di dolore, maschera che utilizzavo raramente, prendesse vita.
    ”La ringrazio, Miss…?”
    «Lady Eris» - sussurrai alzando il velo e mostrando così all'uomo i tratti perfetti del mio viso.
    Non avrei mentito era chiaro come il sole che non ci fosse reale sofferenza sul mio volto, non quanto meno come quella di un parente o una donna amata.
    ”Immagino che conoscesse il caro Michael, povero ragazzo. Ha lasciato un vuoto in tutti noi. Ora, se vuole scusarmi… “
    «Si Messere, conoscevo molto bene Michael e...» - avevo visto che stava facendo per andarsene, ma alla mia frase lasciata in conclusa si fermò e voltandosi tornò a darmi la sua attenzione.
    Fu allora che mi guardai intorno donando gentili e cauti sorrisi a chi incrociava il mio sguardo, per non apparire fuori luogo e tanto meno maleducata. Il mio però guardarmi intorno lanciava un messaggio chiaro: volevo parlare di qualcosa e non potevo e non volevo farlo in quel momento nè in quel luogo. L'argomento in questione era dunque delicato.
    «Non vorrei apparivi maleducata nè tanto meno invadente, ma... Avrei bisogno di parlarvi Mr. Kenway» esclamai con estrema educazione e calma.
    In quel tempo ero riuscita a costruirmi intorno un'aura nobile infatti avevo un palazzo, servitori ed anche un titolo nobiliare. Ero una Lady sola e piena di risorse ed era il momento di condividerle con lui.


    Edited by Señora Acero¸ - 14/6/2017, 14:23
     
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17 replies since 19/5/2017, 00:29   385 views
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