Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Zazzy
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    Mi ero appena voltato che la donna, che aveva detto di chiamarsi Eris, aveva iniziato d'un tratto a singhiozzare con voce tremante.
    Mi bloccai un attimo. Non seppi nemmeno io per quale motivo le diedi corda ancora un momento, ma il suo comportamento mi insospettiva non poco. Da una voce calda e sensuale che aveva usato per tentare di approcciarmi, cosa che non mi aveva mai incantato delle donne, aveva avuto una improvvisa transizione a povera anima addolorata, altra cosa che non mi aveva mai intenerito, come probabilmente aveva ingannato il povero Michael. Aggrottai le folte sopracciglia mentre un ipotesi si formava nella mia mente.
    Non sapevo con chi credeva di avere a che fare quella donna, ma se ero divenuto Gran Maestro non era certo perché usavo cadere nelle trappole del gentil sesso, che così spesso avevo scoperto essere anche più infido degli uomini.
    «Lei ha il nome di una dea, Lady Eris... Dunque conosceva molto bene Michael?» Dissi con tono volutamente sospettoso, monitorando la sua reazione con la coda dell'occhio.
    La donna, una lady dunque, come resasi conto di apparire estranea alla situazione accennò a porgere dei saluti e dei sorrisi lievi ai presenti. Poteva essere una situazione di greve carico emotivo, e stavo già elucubrando quando ella parlò ancora, catturando la mia attenzione.
    «Non vorrei apparivi maleducata nè tanto meno invadente, ma... Avrei bisogno di parlarvi Mr. Kenway»
    Mi voltai leggermente e osservai il suo viso di bambola, con le scure sopracciglia perfette leggermente inclinate e le labbra carminio lievemente tese in un'espressione velatamente preoccupata. I suoi occhi scuri erano penetranti come un abisso, e mi sentii quasi leggere l'anima da quelle iridi, mi sentii come da tanto tempo non provavo... vulnerabile, ma estremamente incuriosito.
    Aggrottai le sopracciglia e sollevai leggermente il mento.
    «Immagino che si tratti di una questione importante se è venuta a rivolgersi a me di persona. Per quella che è la situazione attuale, mi trovo costretto a rimandare la nostra discussione in un altro momento. La prego di scrivermi una lettera con i dettagli dell'incontro nei prossimi giorni, al mio indirizzo personale. Ora, se vuole scusarmi...»
    Le feci un altro leggero cenno col capo, senza voltarmi, e mi diressi con passo tranquillo verso i miei collaboratori presenti alla veglia.
    Avevo molte cose di cui parlare, al più presto, e avevo appena deciso che mi sarei mosso personalmente assieme a loro.
    Quella donna non mi convinceva, aveva avuto un comportamento strano ma intrigante. Aveva detto di conoscere molto bene Michael, ma non si era nemmeno avvicinata ai suoi genitori, e l'unica persona con cui aveva parlato ero stato io, un completo sconosciuto per lei, tranne che per qualche cenno ai presenti. Non poteva essere stato un caso, forse sapeva dei Templari, qual era il mio ruolo e anche quello del ragazzo.
    Nella mia mente si erano già formati diversi scenari plausibili, e dopo aver parlato con i miei uomini avrei deciso in che modo proseguire.
    Come un'ombra mi spostai dietro a Thomas, mentre lontano dalla folla della funzione era intento a parlare ovviamente di libri con Norman e George, e feci loro cenno di restare in silenzio. Mi ressero il gioco egregiamente, come ogni volta, e mentre mi inclinavo verso la spalla sinistra del ragazzo, picchiettai con l'indice la sua spalla destra.
    Inutile dire che, al solito, lui si interruppe bruscamente e si girò da quel lato. Vedendo che non c'era nessuno, riportò lo sguardo davanti a sé a riprendere il discorso per trovarsi quasi a naso con me, mentre esclamavo un innocente «Bu!».
    Thomas spalancò gli occhi azzurri e boccheggiò, sbiancando visibilmente, e mentre noi scoppiammo in fragorose risate si portò una mano sul cuore e tirò un sospiro.
    Ci divertivamo molto perché si spaventava sempre.
    Recuperammo in fretta il contegno per rispetto dell'evento, ma eravamo abbastanza discostati e non avevamo attirato l'attenzione, anche perché avevo bisogno di quiete per discutere con loro di certi particolari.
    «Ragazzi, ho un compito per ognuno di voi.» Esordii, posando lo sguardo su ognuno di loro.
    «George, ho bisogno che tu indaghi sui motivi che hanno spinto Midar a mettere in palio quel gioiello in quei giochi, e come ne è entrato in possesso. Prendi pure con te gli uomini che credi.» George era un bravo guerriero, di presenza elegante ma con lo sguardo simpatico, aveva molte conoscenze e siccome era un po' più esperto degli altri mi fidavo del suo giudizio anche nella gestione altri per aiutarlo nei suoi compiti.
    «Norman, tu dovrai cercare di scoprire qualcosa su una donna che è qui presente. E' una lady con un titolo nobiliare, il suo nome è Eris, ma scopri in che rapporti era con Michael. La riconoscerai, anche se potrebbe portare il velo, ma avverti tutti gli altri di stare in guardia. Potrebbe già sospettare che la monitoreremo, anzi credo che lo sappia per certo. Prendi con te Hazel. Siate molto cauti, e non introducetevi nelle sue proprietà, dopotutto siamo dei signori rispettabili. Limitatevi ad osservare e controllare qualche suo affare in città.» Norman era perfetto per quel compito: abbastanza alto e snello, dai lineamenti delicati e pelle di talco, ma sopratutto completamente omosessuale. Non si sarebbe lasciato sedurre da lady Eris, e Hazel era una donna, non molto alta e dalle forme piene, giovane e con i capelli color grano, innamorata del marito e con una spiccata antipatia verso il suo stesso sesso, oltre che gran conoscitrice del linguaggio ed arguta. Nessuno dei due si sarebbe lasciato incantare se avessero dovuto avere a che fare con lei.
    «Tu, Thomas, verrai con me se non ti dispiace. Faremo qualche domanda ai presenti, parleremo rispettabilmente con i genitori di Michael e dopo aver salutato i familiari andremo a raccogliere idee alla base parlandone agli altri.» Thomas era un ragazzo molto promettente che avevo preso sotto la mia ala come apprendista. In poco tempo era diventato molto abile ed era sempre pronto ad imparare pur proponendo ottime idee, dunque non un soldatino che eseguiva senza pensare. E poi quei capelli scuri e scarmigliati seppur medio corti accompagnati da un paio di occhi azzurri sempre meravigliati e curiosi, non potevano che ispirare simpatia.
    Con un cenno, ci separammo diretti ad eseguire i nostri rispettivi compiti.


    Edited by Zazzy - 16/6/2017, 13:27
     
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