Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Alexandra Duval
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    Sorrisi alla sua osservazione sul mio nome, ma non in modo esagerato in quanto dovevo rispettare l'etichetta e la situazione. Eravamo pur sempre a un funerale no?
    «Provvederò a scrivervi come richiesto e perdonate ancora il mio comportamento, devo esservi apparsa arrogante e fuori luogo. Vi auguro una buona giornata Mr. KenwaySe solo sapessi che quella stessa Dea sono io...» pensai maliziosa, ma ponendomi in modo completamente opposto quando parlai.
    «Me lo fanno notare in molti... Comunque provvederò a scrivervi come richiesto e perdonate ancora il mio comportamento, devo esservi apparsa arrogante e fuori luogo. Vi auguro una buona giornata Mr. Kenway»
    Con estrema eleganza e portamento mi congedai non prima di porgere le mie condoglianze alla famiglia del caro Michael.
    Quello era un giorno di grande amarezza. Avevo puntato sulle pedine sbagliate. Michael morto. I suoi genitori più inutili di un granello di polvere, il Cristallo d’Argento in mano ad un perfetto idiota.
    Rendermi invisibile agli occhi degli abitanti di quel pianeta era ormai facile, avevo imparato a manipolare le loro emozioni e i loro desideri, mai come su questo soglio chiamato Terra avevo trovato terreno fertile per piantare le radici del caos. Un pianeta che già di natura suo era propenso alle guerre e al potere, era un pianeta perfetto per essere conquistato dalla Regina del caos e la discordia.
    «Karl, Eleonor vorrei porgervi le mie più sentite condoglianze per la morte di Michael» - sussurrai avvicinandomi, come si faceva in quelle circostanze.
    «Mia Signora» – rispose Eleonor fissandomi con la bocca aperta, erano anni che non ci vedevamo, da quella sera in cui gli avevo messo tra le braccia un bimbo in fasce - «Perché Michael...» – sussurrò un attimo dopo in lacrime.
    «Se potessi ridarti indietro tuo figlio, lo farei, ma non mi è possibile» - sussurrai stringendola tra le braccia. Cosa che non amavo fare, ma Eris in quel momento mi venne in aiuto prendendo le redini della situazione - «Fatti forza cara Eleonor, è quello che Michael vorrebbe...» e senza aggiungere altro mi congedai dalla coppia.
    Una carrozza mi stava aspettando e sulla stessa salì per essere riportata alla mia residenza. Nei giorni successivi mi accorsi di essere spiata e seguita da almeno due Templari, ma invece di agire preferì fingere di non essermene accorta e lasciare che osservassero tutto ciò di cui avevano bisogno e di conseguenza riferire al loro superiore.
    Lady Eris Mitchell era moglie di un baronetto inglese rimasta vedova poco dopo l'arrivo nel nuovo mondo. Lui era un fervente Templare e gli piaceva fare sfoggio della sua nuova moglie molto più giovane di lui, un trofeo da mostrare. Lui che aveva scalato velocemente la politica, solo grazie alla sottoscritta. Tanti mariti avevo avuto e tanti ne avrei avuti ancora. Avevo la capacità di adattarmi ad ogni mondo come un camaleonte e avevo capito che in quel posto solo attraverso unioni importanti si aveva il potere. Tutti uomini che credevano di avermi nelle loro mani e poi era esattamente il contrario.
    Una volta vedova avevo portato avanti gli interessi del nostro campo di cotone, donavo una somma di denaro ogni anno ad alcuni istituti caritatevoli e dispensavo finanziamenti per campagne politiche o missioni templari lì dove la loggia ne aveva bisogno, ma mai esponendomi in prima persona. Jerome, il mio uomo di fiducia, agiva per me.
    Non che mi interessassero davvero quelle funzioni o per lo meno fino ad un certo punto lì dove mi avrebbe permesso di raggiungere il mio scopo ed entrare in possesso del Cristallo d'Argento a cui davo la caccia per secoli e che passava di mano in mano senza che nessuno ne comprendesse realmente le potenzialità.
    Come richiesto da Kenway gli avevo scritto una lettera in cui lo invitavo alla mia residenza per un tè e gli chiedevo di porgere i miei saluti a William Stewart, I conte di Blessington oltre che Gran Maestro dell'Ancient Grand Lodge of England, giusto per fargli capire quali fossero le mie conoscenze.
    Lo attesi dunque nel giorno indicato facendo preparare il tutto nel grande giardino della residenza, che rialzato affacciava sulle piantagioni nelle quali gli schiavi lavoravano. Indossavo uno dei miei migliori abiti in stile "redingote", una sopravveste dapprima nell'uso maschile composta da una giacca da equitazione blu aperta dietro per comodità che aveva sostituito l'abit a la française molto meno pratico.
    In testa un cappello a falda larga nero sotto la quale i capelli erano acconciati in modo semplice, ma sempre curato.
    Una tenda era stata allestita per ripararci dal sole e uno schiavo faceva aria con una grande piuma per allietarci dalla caldura di quel giorno.
    Sorrisi vedendo arriva il mio ospite accompagnato da Jerome e a cui porsi la mano per accettare il suo baciamano.
    «Sono assai lieta che avete accettato il mio invito. Prego Mr. Kenway si unisca a me, ho preparato tutto questo unicamente per voi. Spero che sia di vostro gradimento...» e doveva esserlo, perchè avevo una questione importante di cui parlargli quanto più era tornare da Midar prima che il Cristallo cambiasse nuovamente mano. Voleva risposte sulla morte di Michael e gliele avrei date, ma gli avrai dato anche qualcosa in più...


    Edited by Señora Acero¸ - 14/6/2017, 19:53
     
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17 replies since 19/5/2017, 00:29   385 views
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