Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Zazzy
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    Thomas quasi si strozzò con il sorso di thé che stava bevendo quando lady Eris si riferì a lui con il cognome di sua madre.
    «Semplicemente Thomas... a-andrà bene...» Sussurrò timidamente, tossicchiando, mentre posava sul tavolo la tazzina.
    Io non potei trattenermi dal sorridere e lanciare uno sguardo di sottecchi alla donna: doveva conoscere più cose di quanto pensavo. Oltremodo intrigante.
    Sopratutto mentre assaporava la pronuncia del mio nome con quelle labbra rosso carminio, e quegli occhi penetranti che sembrava leggessero l'anima.
    Dopo qualche minuto speso in piacevoli conversazioni di cortesia, con mio grande piacere lady Eris decise che era il momento di passare alle questioni più importanti.
    Mi spiegò ciò che Midar aveva organizzato, e di come Michael avesse perso la vita probabilmente perché ammaliato da una donna a partecipare alla competizione per vincere il Gioiello.
    E cosa ancor più interessante, di come ella sembrasse avere un piano.
    «E se vi dicessi, Haytham, che Midar sa del ferimento di Michael, ma non della sua morte? E che dunque Michael è ancora iscritto alla giostra e potrebbe portarla a termine per vincerne l'ambito premio?» Concluse, sorridendo in un modo che nemmeno la Venere più bella di Tiziano avrebbe potuto eguagliare.
    Posai il mento sulla mano, mentre tenevo il gomito appoggiato al bracciolo della sedia, e lasciai vagare lo sguardo sul suo volto, osservandola da sotto le sopracciglia che gettavano un'ombra sui miei occhi scuri.
    Quella donna...
    Mi presi il mio tempo per risponderle, senza spostare la mia attenzione da lei.
    «Ebbene...» Dissi infine. «Che cosa avevate in mente, lady Mitchell?»
    Il suo perfetto viso di porcellana si illuminò al mio interesse, anche se avevo la sensazione che fosse ben conscia della mia curiosità. Era una donna sicura di sé, perfettamente consapevole delle sue capacità, e possedeva un'intelligenza quasi palpabile, in grado di serpeggiare nella mente e nei cuori delle persone per raggiungere tutto ciò che voleva.
    Allora non lo sapevo ancora, ma nonostante mi credessi al suo livello, sarei presto caduto anche io nella sua rete di inganni.
    «Haytham, io sono in possesso di una carta coperta che sarà potenzialmente decisiva.» Tagliò corto lady Eris, con un ampio sorriso sul volto e le sopracciglia inclinate a darle un'espressione di maliziosa furbizia. «E sarò lieta di mostrarvela io stessa.»
    Un mezzo sorriso mi distese le labbra, e mi raddrizzai sulla sedia.
    «Ciò mi riempie di aspettativa e speranza, lady Mitchell, provvederò a mantenere sotto controllo la fuga di notizie del funerale e vi sarò oltremodo grato se deciedeste di collaborare con l'Ordine. Sono certo che si potrà discutere di una ricompensa adeguata e in linea con i vostri interessi, una volta risolta la questione.» Dissi garbato, nonostante dubitavo esistesse qualcosa che quella donna potesse desiderare senza poterla raggiungere da sé. Un sospetto aveva preso forma in un angolo della mia mente, ma era ancora sopito e restava una mera sensazione.
    «Immagino che potremmo vederci nuovamente per discutere di questo suo... asso, quanto prima. Al momento siamo costretti a congedarci, dunque attenderò una sua lettera con tutti i dettagli per fissare un incontro.» Mi alzai, mentre la donna e Thomas facevano lo stesso, ed ella mandava il suo sottoposto ad avvertire gli stallieri di riportare all'ingresso i nostri cavalli.
    Una volta giunti all'entrata della villa, chinai il capo in segno di saluto incrociando il mio sguardo con il suo, e rimisi il tricorno.
    Thomas ed io scendemmo la bianca scalinata e fummo riuniti alle nostre cavalcature, che ci accolsero emettendo rumori sordi con le nari leggermente dilatate e le orecchie puntate verso di noi.
    «Haytham, questa volta devo farle io i miei complimenti per il suo meraviglioso destriero. Deve essere un cavallo di purissimo sangue inglese, ancor più di quello del povero Michael, poiché non ho mai visto un colore come il suo e delle forme così perfette.» Esclamò lady Eris, sporgendosi dal parapetto sopraelevato.
    «I miei più profondi ringraziamenti, questo cavallo è il mio orgoglio.» Risposi gonfiando il petto, mentre montavo in sella. «Sono lieto che siate un'estimatrice di questi splendidi animali. Mi farebbe piacere tornare in possesso del purosangue del povero Michael, poiché sarebbe un'ulteriore perdita per il nostro Ordine.»
    La salutammo ancora, e poco prima di allontanarci non potei trattenermi dal dar voce ad un pensiero che dal giorno del funerale mi riecheggiava nella mente.
    «Le porgo ancora le mie condoglianze, lady Mitchell. Questo deve essere un periodo molto duro per lei, e apprezzo ancor più il vostro impegno per la Causa. Prima suo marito, con il quale avete condiviso molti anni, ed ora Michael... che consideravate come il figlio che non avete mai avuto...» Mi premurai di sottolineare l'ultima considerazione, poiché le parole di Karl non mi avevano lasciato indifferente.
    Come poteva una coetanea del ragazzo, considerarlo come un figlio? Come aveva potuto vederlo crescere se ella era di aspetto così giovane?
    Sorrisi mentalmente mentre la donna si irrigidiva e per un momento un'espressione di sgomento le attraversava il volto, che con grandissima padronanza di sé tornò subito quello sorridente e luminoso di poco prima.
    Ci voltammo salutando lady Eris un'ultima volta, e partimmo al galoppo mentre gli zoccoli dei cavalli sollevavano polvere e pietrisco dietro di noi.


    Edited by Zazzy - 15/6/2017, 16:58
     
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