Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Zazzy
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    Con mio grande compiacimento e sollievo, la giumenta era stata molto gradita da lady Eris. Per un momento avevo potuto ammirare il suo volto illuminarsi di felicità vera ed inaspettata, aprendosi in un sorriso finalmente sincero.
    Legato il cavallo, le porsi il braccio e potemmo godere di una piccola passeggiata poco oltre il quartier generale, lungo il grazioso sentiero lastricato di pietre piatte e ruvide, che serpeggiava fra gli alberi e i cespugli di fiori curati con attenzione.
    La donna rassicurò i miei dubbi su Donnie, ma dovevo ammettere che al momento ero più catturato dal mio mondo interiore, perché ciò che stavo provando era nuovo e sorprendente.
    La osservavo, e mi bastava. Rispondevo alle sue lettere, e mi bastava. Passavamo ore a conversare, e mi bastava.
    Trascorrere del tempo con lei, di persona o dedicando parte del mio tempo a scriverle, mi ero accorto riempiva un vuoto che è dentro ad ogni essere vivente, umano o animale.
    Non ero stato sedotto dalla donna dai modi sensuali e dagli infiniti intrighi, ma mi ero irrimediabilmente infatuato della Eris che sorrideva felice, che si perdeva con sguardo pensieroso, e che pian piano apriva a me un lato che probabilmente aveva tenuto sigillato da tempo.
    Ciò in parte mi spaventava, poiché nessuno è mai veramente preparato al cambiamento e a ciò che si mette in gioco, ma mi riempiva anche di aspettativa e curiosità.
    Stavo godendomi la cantilena della sua voce melodiosa e morbida, quando con un frullo d'ali un maestoso corvo si posò gracchiando sul suo braccio.
    Spalancai gli occhi quando la vidi rispondergli come si trattasse di una persona, e quando l'uccello spiccò il volo non potei non fissare la donna con espressione incerta.
    «Immagino che quello che avete visto vi confonde...» Sospirò lei, facendoci accomodare su di una vicina panca in ferro battuto.
    Effettivamente ero piuttosto impressionato. Era certamente una donna eccezionale, ma non avrei mai pensato fino a quel punto.
    Mi spiegò infine di com'era arrivata all'Ordine, dei gemelli, e diede voce ad un mio pensiero come se realmente mi avesse letto nell'anima, posando la sua mano candida sopra la mia. Fremetti.
    Contrastavano così tanto... la mia grande, calda, dal palmo ruvido e la sua fresca, liscia e vellutata.
    «Ciò di cui sono appena stata informata è che le Guerriere sono qui...» Disse con visibile disgusto verso queste entità, mentre ritraeva la mano. «...alleate degli Assassini e vera spina nel fianco. Stanno puntando al Cristallo.» Concluse, guardandomi negli occhi.
    Sapevo che quegli esseri privi di logica e controllo stavano cercando di impossessarsi del Gioiello, e rabbrividivo al pensiero di come quell'enorme potere potesse essere abusato e usato per generare il caos nel mondo da quegli scellerati, che per così tanti secoli avevano cercato di distruggere le forze situazionali che regolavano l'equilibrio dell'esistenza intera.
    Nel frattempo lady Eris aveva abbassato lo sguardo, e parlò con voce lieve.
    «Temo di come il vostro sguardo possa cambiare quando incontrerete il mio e il che è... ironico... non temo nulla ormai da molto tempo...»
    Nel corso della mia vita da Templare avevo visto molte cose che sfidavano la logica comune, ed ero entrato in contatto con entità fuori dalla comprensione comune, perciò avevo una visione del mondo che mi permetteva di interiorizzare, anche se solo in minima parte, ciò che avevo appena ascoltato.
    Avevo molte domande, su chi fossero queste Guerriere, cosa avevano a che fare con gli Assassini, qual era la maledizione di cui parlava la donna di fronte a me, e come lei ed esse fossero arrivate in questo mondo...
    I quel quel preciso istante, però, un momento perfetto in un mondo perfetto, la mia mente era occupata da un solo pensiero.
    Mi sporsi verso Eris, senza riuscire a staccare lo sguardo dal suo volto attraversato da molte emozioni diverse, e accolsi la sua mano nella mia, mentre con l'altro braccio la portai vicino a me, stringendola al petto.
    Era una donna forte, che aveva trattenuto molto senza poter ricevere sollievo, vincolata ad un destino che, per scelta o no, non le permetteva di avere totale libertà delle sue azioni. Non era fragile, né debole, ma desideravo proteggerla e sostenerla, condividere quel fardello che sentivo si portasse sulle spalle da troppo tempo, e sola.
    Posai il lato del volto vicino al suo, e assaporai finalmente il suo profumo, ritrovandomi a desiderare che quell'attimo si protraesse all'infinito.
     
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17 replies since 19/5/2017, 00:29   385 views
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