Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. Zazzy
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    Ascoltai la sua storia, mentre ancora la stringevo a me, e trovai conferma di ciò che avevo immaginato.
    La solitudine, lo sconforto, il desidero di vendetta, di riaffermazione, e l'intraprendere un cammino senza possibilità di ritorno pur di avere uno scopo.
    Mi prese la mano, e con decisione la fece posare al centro del suo petto, dove oltre al suo respiro potevo percepire un lieve battito cardiaco.
    «E' flebile lo so, ma non ha mai battuto... mai fino ad oggi...» Mormorò, lasciandomi la mano.
    Indugiai ancora sopra a quel palpitare, e la ritrassi lentamente a mia volta. Non potevo credere che una creatura così bella potesse non avere un cuore caldo e fremente sotto a tanta leggiadria, ma ciò di sicuro la rendeva ai miei occhi ancora più esoterica della prima volta in cui il mio sguardo si era tuffato nel suo.
    Senza dire nulla, si alzò e, semplicemente guardandomi, capii il suo invito silenzioso e la condussi all'interno della mia dimora.
    Ero lieto che potesse vederla, poiché rispecchiava il mio mondo interiore e mi ero ritrovato a bramare più di ogni altra cosa il farmi comprendere e scoprire da lei.
    Mi avvicinai alla donna, come trascinato da una forza misteriosa, ed ella mi posò un dito sulla guancia, percorrendone il profilo fino al collo.
    Non ricordavo di essere mai stato accarezzato in tutta la mia vita.
    Poi ci baciammo.
    Fu un'azione naturale, come se quel semplice eppur profondo atto fosse il luogo naturale di entrambi, come se ci fossimo sempre appartenuti l'un l'altra.
    Quando Eris mi voltò le spalle dopo attimi che parvero eterni, e fece scivolare via la giacca e la camicia, vidi ciò che la teneva prigioniera. Le slacciai il corpetto, con dita leggermente tremanti, mentre percorrevo prima con lo sguardo e poi con tocco lieve il complesso disegno impresso su di essa, così simile a ciò che il mio Ordine studiava e cercava di sottrarre alla brama di potere degli Assassini.
    «I Frutti dell'Eden sono stati anche conosciuti come il Pomo della Discordia, ti dice nulla?» Sussurrò Eris, mentre io deglutivo a vuoto ricordando la mitologia che tanto amavo studiare.
    «Sono più di uno. Tre per la precisione. Invisibile ai miei occhi, ma in grado di confinarmi in un luogo di tormento eterno se trovati e messi insieme... hanno anche l'effetto opposto... se trovati e distrutti...»
    L'obiettivo dei Templari era sempre stato quello di recuperare i manufatti, ma poiché non eravamo certi di che tipo di forze essi potessero scatenare eravamo anche insicuri sul come comportarci una volta trovati. Ora, avevo un obiettivo da seguire.
    Anche se avrebbe richiesto più tempo per ragionarci, almeno avevo un'idea su cosa fare. Ella lo meritava, e grazie a lei avremmo potuto garantire la stabilità di questo mondo una volta di più.
    Eris si voltò inaspettatamente verso di me, e potei per un attimo ammirare la vista del suo corpo seminudo nella penombra della stanza, prima di distogliere lo sguardo per posarlo sul suo viso, che continuava ad attrarmi più di ogni altra cosa.
    «Sono stata posseduta da tantissimi uomini... eppure non ho mai conosciuto l'amore...» Mi rivelò, con sguardo leggermente ferito probabilmente al ricordo di ciò che era passato, e si strinse a me sporgendosi verso il mio viso.
    Il cuore mi martellava nel petto, mentre mi inebriavo della sensazione di essere almeno in quell'istante un'ancora, qualcosa a cui avvicinarsi, mentre venivo per la prima volta veramente cercato da qualcuno.
    Chiusi gli occhi, mentre il respirare mi si faceva pesante, e posai le mani sui suoi fianchi esili.
    Premetti la fronte contro la sua, mentre le sfioravo il naso delicato con il mio, e il suo respiro lasciava scie roventi sul mio viso.
    «Al contrario, io non ho conosciuto donne e nessuna ha risvegliato mai il mio interesse fino a questo punto, ma... capisco solo ora cosa voglia dire amore.» Sospirai contro la sua guancia morbida e fresca.
    Ero però combattuto. Da una parte spingeva la ragione, a sibilarmi incertezza su me stesso e ciò che provavo, mentre dall'altra il sentimento mi travolgeva fino a farmi quasi girare la testa, prevaricando finalmente ogni altra cosa.
    Strinsi Eris contro di me, quasi imbarazzato perché ero certo potesse percepire chiaramente la mia virilità anche al di sotto degli abiti, e lasciai che le nostre labbra si incontrassero, mentre una sensazione di pienezza e calore si sprigionava dal centro del mio petto.
    La mia divisa non ci mise molto a cadere a terra, insieme al resto degli abiti di lei, e mi lasciai un poco guidare verso ciò che non avrei mai dimenticato nei secoli a venire.
    Le nostre anime si conobbero quel giorno, e non fu che il primo passo del formarsi di un legame che non avrei mai immaginato essere così forte e totalizzante.
     
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17 replies since 19/5/2017, 00:29   385 views
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