Flashback #1758: New York

Season 1

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  1. The Bla¢k Wit¢h¸
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    Non esisteva emozione più grande di potermi legare il suo corpo, quanto alla sua anima e finalmente capire cosa si intendesse per "piaceri della carne". Essendo un entità non era principalmente mai stata mia necessità "sentire", ma il lungo tempo passato in Eris -il più lungo in un corpo ospite- mi aveva irrimediabilmente fatto cambiare prospettiva.
    Ora scoprire il calore di un corpo unito il mio, le carezze sulla mia pelle o l'estasi per piacere li trovavo oltre modo affascinanti ed emozionanti.
    Forse per questo finalmente fui ebbra di piacere in quell'atto. Haytham poté possedere il mio corpo quanto io feci con il suo, come un'amazzone con il più fiero degli stalloni. Quando la mattina ci venne incontro ero placidamente addormentata tra le sue braccia forti, già sveglia da qualche minuto lo stavo osservando con la completezza finalmente di chi aveva smesso di vivere a metà.
    "Se potessi vedermi… O tu Notte che mi avevi condannato alla solitudine più eterna. Perfino Etere ed Erebo si sono presi lungamente gioco di me, con i miei fratelli e sorelle prima di loro e come perfino le Guerriere hanno fatto con la povera Eris. Io posso essere amata. La Regina del Caos può trovare il suo Re dell'Ordine e comportarsi..."
    C'era poesia e logica in tutto ciò. L'ordine non poteva esistere senza che prima ci fosse stato il caos e viceversa. Ci completavamo. Perfettamente.
    Potrei dunque contemplare per un breve momento la sua bellezza marmorea per ritrovarmi a sorridere quando vedendolo aprire gli occhi gli donai il più dolce dei risvegli, con le mie labbra velenose, ma estremamente dolci per lui.
    Entrambi sapevamo che qualcosa di importante ci aspettava quel giorno e dunque non perdemmo tempo ad alzarci e prepararci. Avremmo assistito alla giostra e seguito Donnie, ma in incognito.
    Anche altri templari sarebbero stati pronti ad entrare in azione se necessario, ma solo io e lui ci saremo esposti. Ci saremmo presentati come m: lui un collezionista di tesori e io la sua amante. Non erano certe belle persone quelle che frequentava Midar in quanto per la maggior parte erano trafficanti, mercanti e truffatori. Dunque la nostra copertura doveva essere altrettanto.
    Per l'occasione dunque lui si sarebbe vestito elegante, ma non eccessivamente altrimenti non sarebbe stato credibile come arraffatore che amava mostrare la sua ricchezza, mentre io… Dovevo rinunciare un poco la mia eleganza.
    L'abito che indossavo aveva al di sopra un bustino che lasciava poca fantasia al mio decolletè e anche la lunga gonna aveva uno spacco laterale di tutto rispetto. I capelli acconciati sul capo erano abbelliti con una piuma, quanto un neo disegnato vicino alle labbra aggiungeva malizia. Eppure anche in una veste che non mi rispecchiava io riuscivo a mantenere una certa finezza che sfoggiai quando mi presentai ad Haytham ed ad i suoi uomini pronti a partire.
    "Donnie?" chiesi con un certo piglio al giovane Thomas Che dopo un momento di confusione guardò Haytham come a cercare il suo consenso a rispondermi e che fece solo dopo averlo ricevuto. Mi stupì piacevolmente il giogo che Kenway aveva sui suoi sottoposti perché era naturale e non ottenuto con la forza. Per un attimo il mio sguardo su di lui gli comunicó dunque tutta la mia ammirazione. Io che come regina del caos non la riservavo per nessuno.
    "È già al palazzo di Midar. Lo abbiamo fatto arrivare a notte fonda, cosicché nessuno ponesse domande. Un nostro uomo è con lui come assistente…"
    Sorrisi compiaciuta di tanta efficienza. Se le cose fossero andate come dovevano quel giorno Donnie avrebbe vinto la giostra e ci avrebbe consegnato il cristallo e noi saremmo stati pronti a prenderlo e fuggire.
    Stavo ancora sorridendo loro quando un corvo che spaventó tutti volò sulle nostre teste prima di posarsi sulla mia mano. Poco lontano Tisifone e Megera erano ben visibili sul ramo di un albero. I loro sguardi sezienti, posati su tutti noi.
    Ascoltare ciò che mi disse con un piccolo assenso lanci e lasciai volare Aletto dalle sue sorelle non prima di sorridere templari per rassicurarli. Dopodiché poggiare le mie mani sul braccio di Haytham E sporgendomi verso di lui gli dissi qualcosa all'orecchio. Era meglio che nessun altro oltre a lui conoscesse le mie "particolarità".
    "Le Erinni mi hanno informato che le guerriere e un manipolo di assassini sono a poca distanza dal palazzo di Midar. Vogliono tenderci un imboscata…" peccato che anche noi ora sapevamo di loro.
    Scostandomi dunque da Haytham feci un passo indietro. Era lui a capo della missione e non avrei interferito con la catena di comando. Sapevo riconoscere un leader quando lo vedevo. Sarei stata pronta partire, ma toccava lui dare le direttive a tutti gli uomini. Io rimasi ad osservarlo persa nella sua magnificenza che ora conoscevo intimamente dal cuore alla mente, dall'anima fino ad ogni angolo nascosto del suo corpo.
     
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