Nanda Parbat: Altair & Ezio's Office

Season 1

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  1. Alexandra Duval
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    "Gli ideali sfociano spesso nel dogma. Il dogma, nel fanatismo. Nessuna entità ci giudicherà, nessun essere superiore ci punirà per i nostri peccati. Alla fine solo noi possiamo difenderci dalle ossessioni, solo noi possiamo decidere se percorriamo la strada giusta"
    Era queste riflessione che da tempo mi vorticava nella mente, quella che mi era nata rileggendo i diari della mia amata Elise e visitando la sua tomba come per secoli non avevo mai smesso di fare.
    Ciò che fomentavo verso le Guerriere non era un odio infondato e tanto meno un concetto di razzismo, quanto una giusta riflessione sulla loro natura divina per noi semplici mortali.
    Ciò di cui parlavamo era di donne con ideali giusti e condivisibili. Proferivano la fratellanza tra la loro gente e la nostra, la liberà di pensiero, culto e parola, quanto più l'uguglianza tra i popoli. Avevo riflettuto a lungo dunque sul loro concetto di Liberté, Égalité, Fraternité, ma non avevo riscontrato in loro lo spirito rivoluzionario e giusto di tale considerazione.
    Liberté era il potere di fare ciò che non avrebbe mai nuociuto ai diritti altrui, ma la loro libertà si circoscriveva alle loro di leggi e al loro di pensiero. Viveri liberi o morire dicevano i grandi motti repubblicani e molti terrestri in epoche passate erano morti perchè non si erano piegati ai loro voleri. Selene era un'Imperatrice e come tale ragionava sul concetto che chi non la pensava come lei fosse una traditore. Forse molti miei confratelli si erano dimenticati del loro periodo di regno durante l'Antica Grecia, ma io no. Le gente le venerava come Dee, ma per questo era privata della loro libertà di desiderare altro all'infuori di loro.
    Égalité era il concetto per cui la legge era uguali per tutti a prescindere della condizione sociale, ma loro l'avevano applicato -chissà come mai- a tutti all'infuori di loro. Volevano l'uguguaglianza tra i popoli, ma loro non erano mai scese dal piedistallo su cui erano state messe. Non avevano mai rinnegato il loro ceto e si comportavano come se ancora questo avessero un valore sulla Terra definendole dunque al di sopra delle leggi terrestri.
    Fraternité infine racchiudeva ciò che di più importante esisteva come fondamento dell'uomo: non fare agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi. Un concetto semplice se si pensava che il mio non dare informazione a loro su Shay era stato un gesto proporzionale a quanto era stato fatto a me secoli prima. Forse si erano dimenticate di come non mi avevano detto di Élise e del suo cercare Germain, di come io le avevo supplicate di tenerla lontana da lui e lasciare a me il compito di recuperare il Frutto dell'Eden. Ma ero rimasto inascoltato, Élise era rimasta affascinata dai loro propositi di vendetta dettati solo di sacrificarla al fine di ottenere ciò che volevano. Era una Templare dopotutto no? La sua vita cosa valeva? Niente.
    Questi e più motivi mi avevano portato lentamente a capire e comprendere che non c'era spazio per loro nella Confraternita. Per anni avevo lottato per ottenere una pace tra Assassini e Templari, un obbiettivo che mai avevo smesso di perseguire e cosa avevo ottenuto? L'essere inascoltato. Altair aveva sempre giudicato la mia richiesta insensata e di impossibile realizzazione. Le sue motivazioni erano che i Templari erano nemici dediti all'ordine nel mondo a loro immagine e somiglianza e noi invece, con il Credo, proteggevamo il liberto arbitrio.
    Allora perchè invece allearsi con le Guerriere era stato così facile? Era stato fatto con tanta facilità e superficialità? Quando anche da loro avremmo dovuto proteggere il mondo dalla possibilità di non piegarsi a regole e decisioni prescritte da altri.
    Negare l’evidenza era del tutto inutile e proprio per questo non facevo nulla per nasconderlo, ma la confraternita veniva prima di tutto. Il Credo della stessa insegnava che tutto è lecito. Un tempo credevo significasse che potevo fare ciò che volevo, perseguire i miei ideali a qualsiasi costo. Ma ora capivo che il Credo non permetteva, il Credo avvertiva.
    Con quei pensieri stavo dunque assistendo all'incontro tra due delle rappresentati tra le Guerriere ed Altair dicendomi tra me e me che mi sarei concesso ancora un'occasione prima di portare avanti l'idea che da tempo ormai immemore mi vorticava in mente.
    Osservai dunque tutto in silenzio trovandomi purtroppo a confermare i miei dubbi e le mie perplessità, avevo faticato a tenere a bada la lingua e questo mi aveva costretto a farmi da parte.
    Al richiamo di Altair abbassai il capo e feci un passo indietro, senza per questo cambiare la mia posizione in merito alla faccenda. Avevo capito che la cosa più importante in quel momento era mettere da parte le divergenze e lavorare alla questione più urgente del momento: assicurare i frammenti al sicuro e sconfiggere Eris. Fatto quello avrei agito come consideravo più giusto. Avevo molti confratelli dalla mia parte, se non la maggior parte, una volta conclusa quella incresciosa situazione avremmo preso la parola e di comune accordo avremmo deposto Altair come sommo Mentore della Confraternita ponendo al suo posto Ezio. Non lo avremmo privato del suo titolo e tanto meno esiliato, come in passato gli era stato fatto, ma speravo che retrocedendo e stando in minoranza avrebbe compreso i suoi errori.
    Avevo sempre visto Altair come un padre, come un uomo che rispettavo e ammiravo. Era l'esempio a cui avevo sempre aspirato e seppur quel gesto mi duoleva nell'anima ero certo di farlo per la sua salvezza.
    "Il sentimento è reciproco cara Aphrodite..." mormorai con le mani dietro la schiena e lo sguardo tagliente, tuttavia con un tono di voce più calmo e rispettoso di quello che avevo tenuto fino a quel momento.
    "Tuttavia ora abbiamo questioni ben più importanti da discutere. Avete i Frutti dell'Eden? Ottimo. Prendete anche l'ultimo se ci riuscite, ma metteteci al corrente di come volete usarli per fermare Eris e cosa più importante, di come agire per recuperare i frammenti una volta per tutti e metterli al sicuro. Perchè è questa ora la priorità giusto?" ed il sottotesto era "Mica farci la guerra tra noi, no?"
    La nostra alleanza aveva le ore contate, ma come Élise mi aveva insegnato spesso bisognava sapere anche essere amici dei propri nemici fin dove i propri interessi combaciavano. Una volta risolta la situazione la Confraternita avrebbe cambiato volto e tutte le alleanza e le scelte prese fino a quel momento sarebbe state rimesse in discussione.


    Edited by Señora Acero¸ - 29/9/2017, 10:26
     
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8 replies since 5/9/2017, 15:54   169 views
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