Present Day #2017: Toronto's Harbor

Season 1

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    “Sei sicura di voler andare da sola?”
    “Tranquilla, so badare a me stessa...” risposi ad Athena mentre indossavo la mia adorata giacca di pelle nera pronta per uscire.
    “Non è per te che mi preoccupo, è per chiunque ti incontri per strada.”
    “Ma come siamo spiritose oggi! Comunque, investigare è il mio lavoro, quindi io andrò sul campo a cercare informazioni, mentre tu lo farai da qui.”
    Athena sospirò profondamente. Era preoccupata, lo vedevo nel suo sguardo e lo percepivo nel suo modo di parlare apprensivo e più prudente del solito.
    “Sto bene! La ricerca del Frutto dell’Eden mi distrarrà. Per un po’ l’istinto di bruciare vivo quel maledetto traditore, doppiogiochista di Cormac sparirà, vedrai.” le dissi con un sorriso forse un po’ troppo tirato, che mal celava la tensione che in realtà mi stava divorando.
    “Non sei per niente convincente…”
    Come logico che fosse, Athena aveva già capito quali erano le mie reali intenzioni. Ormai, dopo secoli passati una al fianco dell’altra, mi conosceva come le sue tasche. Sapeva che avrei fatto la prima cosa che mi sarebbe venuta in mente, seguendo il mio istinto.
    Facevo sempre così, e ovviamente quella volta non fece eccezione.
    Sapeva che sarei andata subito alla ricerca di Cormac. Era molto probabile che lui sapesse qualcosa.
    Mi auto convincevo che volessi trovarlo solo per questa ragione. In realtà volevo delle spiegazioni. Volevo prenderlo a pugni fino a cambiargli i connotati.
    Forse così mi sarei messa l’anima in pace, la rabbia e la voglia di vendetta si sarebbero placate.
    Lo sguardo della mia cara amica mi riportò alla realtà. In quel momento non capii cosa voleva dire. Purtroppo l’avrei capito in seguito, quando ormai sarebbe stato troppo tardi.
    Sfogandoti in quel modo, dando retta al tuo lato più sanguinario e violento, non risolverai un bel niente.
    Sapeva anche che non avrei rinunciato a cercarlo.
    Mi dava tremendamente sui nervi quando con una sola occhiata capiva così tante cose, quasi a scavare fin dentro l’anima, per poi far notare che le aveva comprese. Ma era forse grazie a questo suo vizio se a volte in passato avevo evitato di fare stupidaggini, se avevo compreso meglio me stessa e i miei sentimenti.
    “… vai pure. Mi raccomando...”
    “Sì, se scopro qualcosa te lo riferisco subito.”
    Aprii la porta del mio ufficio con impazienza e uscii.
    Mentre me la stavo chiudendo alle spalle osservai un’ultima volta Athena.
    Seduta sulla sedia davanti alla mia scrivania si torturava le mani e mi guardava con preoccupazione.
    “Fai attenzione.”


    Camminavo spedita per le strade di Toronto, diretta all’appartamento di quel bastardo, unico mio indizio, sotto a un cielo grigio come il mio umore. Sapevo che dovevo concentrarmi sulla ricerca del Frutto, ma la furia che mi ribolliva dentro era impossibile da contenere e da dimenticare.
    “Mi ha presa in giro. Sin dall’inizio mi ha sempre presa in giro.”
    Ripensai al nostro primo incontro.
    Fu durante un mio caso. Una mia cliente mi chiese di indagare sul marito, perché sospettava che la tradisse con la segretaria. Cercai informazioni ovunque e parlai con molte persone, fra cui Kevin.
    “Colpo di fulmine” pensai, “un incontro voluto dal destino.”
    Finalmente, dopo tanta sofferenza e solitudine, avevo trovato qualcuno che mi amava per quella che ero, che si accontentasse solamente di Ares, senza pensare a me né come Guerriera, né come divinità.
    In lui avevo ritrovato quel senso di tranquillità e familiarità che provavo solo quando ero con le mie sorelle.
    Ebbene sì, la rissosa Ares finalmente si era innamorata.
    “Che razza di idiota che sono stata.”
    Non facevo altro che ripetermelo. Avevo abbassato completamente la guardia come una povera cretina. Mi ero fatta abbindolare dal suo bel faccino, dal suo modo di pensare, parlare, comportarsi…
    Sapevo che mi faceva male, ma non potevo fare a meno di pensare che Kevin non fosse mai esistito.
    Era solo un essere immaginario creato da Cormac per prendermi in giro e carpirmi informazioni.
    C’era solo Shay, un Templare tanto meschino quanto ipocrita, che sin da quando ci eravamo conosciuti non aveva fatto altro che fingere… anzi no, prima ancora, visto e considerato che sicuramente quell’incontro in apparenza casuale non era altro che una sua macchinazione.
    Era davvero strano e difficile da ammettere ma io, forse la Guerriera più crudele e spietata con i nemici, avevo il cuore a pezzi.


    Edited by Señora Acero¸ - 1/10/2017, 21:05
     
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8 replies since 1/10/2017, 19:42   224 views
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