Present Day #2017: Toronto's Harbor

Season 1

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    Lo ascoltai attentamente in completo silenzio, il viso inespressivo, non mostrando alcuna espressione o pensiero. Stavo nascondendo, con una certa fatica, la cruenta battaglia fra ragione e sentimento che stava manipolando la mia mente.
    Se mi sentivo presa in giro? Eccome. Mi sentivo una povera cretina per essere cascata completamente nel suo inganno.
    Usata? Ovviamente sì. Come avrei potuto non esserlo dal momento che tutta quella situazione era nata per ottenere informazioni su noi Guerriere?

    “Saresti dovuta essere soltanto un'altra missione, una delle tante, e invece... non era affatto previsto finissi per voler passare del tempo con te. Delle semplici giornate, senza preoccuparmi di compiere progressi con la missione, intendo. E Kevin... Kevin non era altro che qualcuno modellato su me stesso — per molti versi credo fosse chi avrei voluto essere con te. Ordinario, affatto complicato, privo di allineamento a qualsivoglia ordine.”
    Ed ecco il colpo di grazia.
    Ero confusa? Decisamente. Continuavo a chiedermi come fossi mai potuta finire in una situazione del genere, degna di una serie tv.
    Amare ma allo stesso tempo odiare una persona. Era davvero possibile? Ebbene sì. Dopotutto amore e odio sono due facce della stessa medaglia, legati fra loro indissolubilmente. Non si può odiare se non c’è amore. L’odio è la conseguenza diretta di un amore che ferisce, delude, tradisce.

    Più lo ascoltavo, più lo guardavo, più non sapevo che fare.
    Il mio orgoglio mi imponeva di andarmene, non prima di aver fatto affondare la barca con Shay a bordo. Mi aveva ingannata, usata, aggirata. Mi aveva mentito, e non su una cosa di poco conto. Chi mi diceva che anche in quel momento non mi stava raccontando una bugia dietro l’altra? Dopotutto era pur sempre un abile manipolatore, potevo aspettarmelo.
    Ma il mio istinto e i miei sentimenti mi dicevano che era sincero, che mi amava davvero.
    Il sorriso, lo sguardo che aveva ogni volta che mi guardava non erano e non potevano essere finti, perché erano gli stessi che avevo io ogni volta che stavo con lui.
    Ero la sua oasi di pace, come lui lo era per me.
    Sul fatto che Kevin fosse basato su sé stesso non avevo dubbi. Era troppo naturale nei movimenti, nei ragionamenti e nel modo di parlare per essere tutto una recita.

    Tutto quel pensare, anzi, torturarmi mentalmente, mi stava stranamente sfinendo come non mi succedeva da tempo.
    Ormai però avevo già deciso.
    Potevo oppormi, negarlo all’infinito, ma io lo amavo, e di conseguenza gli credevo.
     
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8 replies since 1/10/2017, 19:42   224 views
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