Present Day #2017: Toronto's Harbor

Season 1

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    Sentire la sua voce pronunciare il mio nome in quel modo, quasi supplichevole, mi riscosse dai miei pensieri. Il suono era così diverso da quello a cui ero abituata, solitamente ferma e roca. Mi sorprese quel tono strozzato, disperato. Mi intenerì all’inverosimile, spazzando via ogni traccia di rancore nei suoi confronti –cosa alquanto incredibile e insolita, considerando che non mi era mai capitato di cambiare così radicalmente idea, abbandonando ogni pensiero di collera e vendetta.

    Continuavo a pensare a quanto in realtà fossimo simili, entrambi frustrati per quella maledetta situazione, quando la testa iniziò a pulsare più di quanto non avesse già fatto, dandomi per qualche istante un senso di vertigine.

    “Vieni con me. Non ti aspetta altro che rovina se rimarrai con le guerriere ed è l’ultima cosa che voglio.”
    In un primo momento la sua voce mi sembrava lontana, distante, come un’eco, per poi tornare nitida e chiara. Solo allora compresi realmente le sue parole.
    Mi chiedeva di abbandonare le Guerriere, le mie sorelle, la mia famiglia, per scongiurare una probabile rovina.
    Mi chiedeva di unirmi a lui, andando verso un futuro assai incerto e nebuloso, ma che secondo lui avrebbe potuto salvarmi.
    Perché stavo dubitando? Perché ero davvero intenzionata a seguirlo, a tradire le mie compagne? Non riuscivo a riconoscermi. Stavo davvero considerando l’idea di voltare loro le spalle?
    Sì, e quel pensiero divenne ben presto una decisione definitiva, di cui forse mi sarei potuta pentire non molto dopo, ma in quel momento sembrava la scelta più giusta, più logica. Non per quella guerra, non per chissà quale strategia, ma per me. Solamente per me.
    Forse era una decisione estremamente egoistica da parte mia, ma ne avevo bisogno, eccome se ne avevo bisogno.

    Lo vidi sporgersi leggermente in avanti, ma rimanendo fermo al suo posto, senza sbilanciarsi verso di me. Leggevo nei suoi occhi il desiderio di sfiorarmi tenuto a bada dal suo autocontrollo.
    Era una tortura, e non solo per lui.
    Mi avvicinai a mia volta, guardandolo fisso negli occhi.
    Fui io a infrangere quel muro invisibile che si era venuto a creare, poggiando la mia mano sul suo braccio in tensione.
    “Va bene, verrò con te… ma attento, prendimi in giro solo un’altra volta e non vorrei essere in te. Sono stata chiara, Shay?”

     
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8 replies since 1/10/2017, 19:42   224 views
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