Present Day #2018: Toronto's Roads

Season 2

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    Che periodo a dir poco orribile.
    La guerra era finita, Eris era finalmente schiattata, e io mi sentivo più vuota e sola che mai.
    Athena, Aphrodite e Nike se n’erano andate praticamente in vacanza, quindi io ero rimasta sola soletta al loft in compagnia di Selene, che non si era sentita di abbandonarmi… o meglio, era rimasta per farmi da balia, visto e considerato i disastri che potevano accadere ogni qualvolta che riflettevo in solitudine.
    In effetti era grazie a lei se ancora non avevo dato di matto.
    Shay era scomparso nel nulla dopo aver contribuito a sconfiggere Eris, e questo mi irritava. Avevo ancora un conto in sospeso con quel deficiente. Mi aveva manovrato come un burattino, mi aveva mentito per l’ennesima volta, ma quello che mi faceva più rabbia era la mia reazione a tutto ciò. Mi ripetevo che lo volevo morto, ma in verità ero preoccupata, avvilita, sconsolata. La scema ero io che facevo quei ragionamenti. Sembravo una quattordicenne in preda agli ormoni, disperata per l’allontanamento del fidanzatino.
    Per favore Ares! Guarda in cosa ti sei fatta trasformare, santo cielo!
    In poco tempo realizzai che se avessi continuato a pensare in quel modo sarei sicuramente impazzita –se non lo ero di già-, quindi decisi di concentrarmi sull’allenamento fisico, così da scaricare la frustrazione e la rabbia su un sacco da boxe immaginandovi sopra la faccia di Shay. Nemmeno il mio adorato lavoro riusciva a distrarmi- dopotutto investigare su mariti infedeli e traditori di ogni genere non era il massimo per riuscire a non pensare a lui.
    Spesso mi concedevo anche delle lunghe passeggiate per le strade di Toronto, nel tentativo di placare i miei bollenti spiriti dal freddo che iniziava pian piano a farsi sentire, e nella vana speranza di trovare Shay, anche con l’aiuto di Deimos e Phobos, i miei fidati corvi.


    ”Eccola! Ecco che ne parlano di nuovo!”esclamò Selene, mentre mi distruggeva un braccio per attirare la mia attenzione sul telegiornale.
    “La Ladra Gentile? Che nome stupido! Potevano anche inventarsene uno migliore.”
    Con un sorriso tirato mi spiegò con evidente interesse il modus operandi di questa ladra, le sue abilità, cosa solitamente cercava e rubava.
    In effetti la cosa mi incuriosiva, dopotutto investigare era il mio lavoro.
    Strani fenomeni di luce quando entrava in azione, cercava solo gemme di estremo valore e più di una volta se n’è andata via senza rubare niente, come se quello che aveva trovato non fosse esattamente ciò che stesse cercando.
    Sapevo già cosa le passasse per la testa.
    “Credi che sia una di noi?”
    “E' una possibilità, non credi? Se fosse davvero così, magari è arrivata sulla Terra, per cercare qualche altro sopravvissuto delle colonie. Se la trovassimo, potremmo aiutarla a ricostruirsi una vita qui, la affiderei a qualche altro superstite… Pensa se davvero fosse una di noi, se continua ad agire in maniera così sconsiderata potrebbe attirare l'attenzione dei nostri nemici, che cercherebbero di catturarla, oppure potrebbe scontrarsi inavvertitamente con gli Assassini, e non voglio pensare cosa potrebbe succedere...”
    Era estremamente preoccupata, e non osavo darle torto.
    Selene era fatta così. Si preoccupava sempre per gli altri, forse anche troppo considerando il fatto che non aveva uno straccio di vita privata -parla colei che fin’ora ha vissuto una vita privata andata in frantumi, basata su menzogne, e che ora sta facendo i conti con i cocci rimasti per non crollare e diventare ancora più pietosa di quello che già non sia- ma potevo capirla perfettamente. Sapevo cosa significasse avere le aspettative di tutti che ti gravano addosso, le innumerevoli responsabilità che da esse derivano pesare come un macigno sulle proprie spalle. Allora più che mai, considerando il fatto che era da poco diventata Imperatrice. Imperatrice di un impero ormai distrutto, è vero, ma ancora vivo e bisognoso di tutto l’aiuto possibile. C’erano ancora tutti i superstiti, sia quelli rifugiati sulla Terra, sia quelli ancora dispersi nell’universo, che necessitavano più che mai di un punto di riferimento, di una guida.

    Una notizia dell’ultim’ora, un tentato furto appena avvenuto in una gioielleria.
    Selene mi fissò con occhi sgranati e impazienti. Sapevo già che avrei dovuto rinunciare ad un pomeriggio sul divano...
    “Quella gioielleria si trova a due isolati da qui...”
    Fummo in piedi in un attimo e velocemente uscimmo dal loft, avvertendo telepaticamente Phobos e Deimos di tenersi pronti.
     
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