Flashback #4: Moon,Saturn & Neptune

Season 2

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  1. Illiana
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    Helios mi porse la mano, la sua stretta calda e forte acquietava ogni volta il battito agitato del mio cuore, rassicurandomi.
    “Ti senti pronta?”
    Gli risposi con un cenno del capo, non fidandomi totalmente della mia voce.
    Certo che ero pronta, o comunque lo sarei sicuramente stata di lì a poco, quando sarebbe iniziato l'incontro ufficiale.
    Sentivo già sulle spalle il peso della responsabilità di questi momenti, anche se di fatto i miei compiti non erano molto importanti, in fondo ero ancora una principessa e come tale destinata a portare avanti il nome della dinastia, nulla più.
    Ogni tanto, in assenza dell'Imperatrice Madre, spettava a me occuparmi di compiti minori, ed io non perdevo mai l'occasione di dimostrare quanto sarei stata all'altezza, in un futuro prossimo, di guidare con saggezza e fermezza il vastissimo impero galattico.
    Al nostro passare, i valletti ed i servitori di palazzo si fermavano e si inchinavano con deferenza. Adoravo questi aspetti della mia vita.
    Mentre ci avvicinavamo alle porte della sala del trono, guardai di sottecchi mio fratello: il suo portamento elegante spiccava in mezzo a quello di tanti altri nobili di valore, il suo profilo perfetto era già cantato con ammirazione in molti poemi.
    Anche la mia bellezza veniva ampiamente celebrata, così come era giusto: eravamo belli, lo sapevo da sempre e tutto intorno a noi ce lo ricordava in continuazione.
    Mi sentivo un essere speciale, e lo ero.
    Molto spesso mi piaceva fantasticare sul mio futuro da Imperatrice, accanto a colui che, al momento della mia nascita, era stato scelto come mio sposo.
    Avevo già deciso i nomi che avremmo dato ai nostri figli, che sarebbero stati belli come noi. In fondo, questo era il nostro compito principale, quello di perpetuare la nostra antica stirpe.
    E lo amavo? Forse sì, ma se così non fosse stato, col tempo avrei di certo imparato a trasformare l'affetto che mi legava a lui in amore. Così come doveva essere.
    Così come era stato tra i miei genitori anche loro, rispettivamente, fratello e sorella. Solo in questo maniera era da numerose generazioni che si manteneva la purezza del nostro lignaggio, la potenza dei poteri che ci permettevano di governare l'impero e di poter usare il Cristallo d'Argento.

    Ci fermammo un secondo davanti alle porte chiuse, in attesa che venissero aperte, e poi facemmo il nostro ingresso nel maestoso salone. Tutti gli occhi erano puntati su di noi.
    Trattenni involontariamente il respiro, mentre la stretta del mio futuro consorte si accentuava.
    Fui orgogliosa di me stessa, quando mi districai elegantemente dallo strascico del prezioso abito tempestato di diamanti che indossavo per sedermi sul trono di mia madre.
    Anche Helios si accomodò sull'altro scranno, quello su cui sedeva sempre nostro padre, e a quel punto volgemmo lo sguardo sul piccolo gruppo inginocchiato davanti a noi.
    Erano soldati di ritorno da Saturno, dove era in atto un'invasione da parte dell'esercito dei Non Morti, che minacciava la popolazione inerme.
    Queste persone, però, avevano ricevuto un compito particolare ed estremamente importante: mettere in salvo il Libro dei Morti, un testo preziosissimo che risaliva alla fondazione del nostro impero.
    Missione che era stata felicemente compiuta, così stava dicendo il capo della spedizione, ma a quale prezzo? Se non sbagliavo, il gruppo che era partito era più numeroso, e mancava tra di loro un componente importante: Azur, la madre della ragazza con i capelli scuri e la pelle pallidissima.
    Concentrai la mia attenzione sulla Guerriera del pianeta Mercurio.
    Mi avevano parlato di lei come di una persona coraggiosa e molto intelligente, e in un'occasione ufficiale avevamo avuto modo di scambiare qualche parola: ricordavo una ragazza dalla mente brillante e determinata. Ora, quello che vedevo era una persona molto diversa: il suo sguardo era appannato, quasi smarrito. Il suo eloquio, famoso nel regno, sembrava svanito.
    “Principessa Selene, e Principe Consorte... vi saluto. Grande è l'onore e la... gioia di portarvi il prezioso testo che abbiamo salvato dalla distruzione, per... consegnarlo nelle vostre infinitamente sagge mani”
    Pur sempre molto misurata, la sua parlata era incerta, impossibile non notarlo. Provai della compassione per lei, e sentii il bisogno di capire il motivo del suo stato.
    Mi alzai dal trono. Helios mi lanciò un'occhiata perplessa. Quello che stavo facendo non rientrava nel protocollo, e sapevo che avrei subito dei rimproveri dai miei maestri per averlo violato.
    Ma non potevo fare a meno di avvicinarmi a quella figura ancora inginocchiata, di provare a fare il possibile per aiutarla a superare un dolore che non riuscivo ad ignorare.
    Athena alzò lo sguardo stupita quando mi fermai davanti a lei.
    Le rivolsi un sorriso dolce, non volevo che si sentisse intimorita dal mio ruolo, e non fosse sincera con me.
    “Ti ringrazio dal profondo del mio cuore per il tesoro che ci hai riportato, del tuo operato ne verranno a conoscenza gli Imperatori, che sapranno ricompensarti con generosità”
    “Non chiedo riconoscimenti per me, il fatto di aver contribuito alla salvezza del libro e della conoscenza che vi è racchiusa è già sufficiente...”
    Il suo dolore mi raggiunse al centro del petto. Fu come sentire la sua anima gemere e piangere, anche se all'esterno non trapelava nulla.
    Mi abbassai al suo livello, a pochi centimetri dal suo viso. Avrei pensato dopo alle conseguenze. “Dimmi cosa è davvero successo su Saturno, senza timore, voglio solo aiutarti” Sussurrai.
    Lei mi guardò disperata, con le lacrime prossime a lasciare i suoi occhi, poi scosse il capo: “Non lo so... non ne ho ricordo...”
    Sentii alcuni colpi di tosse, nel silenzio del salone. Il ciambellano di corte mi stava richiamando al mio ruolo, inflessibile.
    Avevo ancora pochi attimi per tentare di aiutare la Guerriera, così dissi la prima cosa che mi passò per la mente, o almeno credevo, dato che, al solo pronunciare il nome, un brivido freddo mi attraversò la schiena: “Sul pianeta di Nettuno vive quella che viene chiamata Strega di Oaken... dicono che sia un essere pericoloso ma anche molto potente... forse lei potrà aiutarti a ritrovare la memoria...”
    Tornai velocemente a sedermi sul trono, cercando di ignorare l'occhiata di rimprovero di mio fratello.
     
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