Flashback #4: Moon,Saturn & Neptune

Season 2

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    Ah, la guerra.
    L'adrenalina che scorre nelle vene, l'odore acre del sangue e di terra bruciata, la sensazione inconfondibile della lama che affonda nella carne delle vittime, il fumo che pian piano si dirada mostrando la moltitudine di cadaveri a terra, come a comporre un enorme, raccapricciante ma anche immensamente gratificante tappeto di morte.
    La cosa che più mi soddisfaceva era la consapevolezza che quello spettacolo era​ in parte opera mia.
    Era con quello scenario grottesco che la guerra su Saturno contro i Non Morti era appena terminata.
    I guerrieri della Guardia Imperiale avevano combattuto con vigore. Ero fiera dei miei soldati e di come si erano fatti valere in battaglia.
    Quella era l​a seconda ​volta che ero a capo di quell'armata e, con un successo del genere, ero sicura l'avrei guidata ancora.
    Purtroppo qualche perdita c'era stata, ma in confronto allo sterminio appena compiuto non era nulla.

    Dovevo ammettere che quando arrivammo su Saturno vedere quell'orda di ​Non Morti che si muoveva senza un senso apparente, che emetteva urla e lamenti da mettere i brividi​ mi spiazzò. Sapevo ​già a cosa stavamo andando incontro, ma mai avrei pensato a un abominio del genere. Mi rodeva ammetterlo, ma vacillai. Mi chiesi se davvero saremmo riusciti a eliminarli. Dopotutto erano già morti, chi mi diceva che accoltellandoli o sparandoli sarebbero morti definitivamente? Anzi, era probabile che attaccarli in quel modo non sarebbe servito a nulla, se non a farci ammazzare. Questi pensieri però passarono in secondo piano appena misi il piede sul campo di battaglia. Mi voltai verso i miei uomini, fieri più che mai, per poi scattare all'attacco, staccando teste e infilzando toraci.

    Ed ora, al posto delle urla di rabbia e di dolore, il silenzio regnava incontrastato, per poi essere infranto dalle grida di vittor​ia dei miei soldati.
    Guardai un'ultima volta quella landa desolata, come a voler imprimere a fuoco quella vista nella mia mente, prima di salire sulla navicella che ci avrebbe riportato su Marte.

    (...)

    "Se c'è una festa su Marte, allora è appena stata vinta una guerra."
    Era un luogo comune, un modo di dire di altri pianeti decisamente veritiero.
    Il nostro popolo era bellicoso, quasi barbaro, basato sui fatti, sul concreto e poco su frivolezze o cose superficiali.
    La guerra, la lotta, erano queste cose il nostro pane quotidiano. Non eravamo quel tipo di popolazione che si perdeva in frequenti balli sfarzosi o grandiosi eventi solo per il gusto di farlo, per mostrare chissà cosa. Per questo, se il mio pianeta organizzava una festa, significava che c'era una vittoria da festeggiare ed era soltanto in queste occasioni che la nostra gente sembrava comportarsi in modo meno rozzo e violento... o almeno era così fino a che il lato più istintivo e rissoso non riprendeva prepotentemente il sopravvento -in parte grazie anche ai fiumi di alcool che scorrevano durante le serate.
    In questo caso specifico però i miei genitori l'avevano organizzata anche in mio onore.
    Non avevano badato a spese. Il grande salone principale della nostra residenza pullulava di persone, chi a ballare, chi ad abbuffarsi, chi semplicemente a conversare o a discutere -perché se non discuti almeno una volta a eventi del genere non puoi definirti un vero marziano.
    Io osservavo tutto da una balconata che si affacciava sulla sala.

    "Perchè te ne stai così defilata? Fai sempre così... E' una festa. La tua festa!" Me l'ero sentita ripetere almeno dieci volte in nemmeno due ore da qualche mia amica. Ma cosa potevo farci? Era più forte di me. Potevo essere estremamente spigliata in battaglia o nella quotidianità, ma in situazioni come questa il disagio era così pressante che per trovare un po' di pace non potevo fare altro che starmene in disparte. Solitamente avere l'attenzione di tutti su di me non mi dava fastidio, anzi, ma in questi casi era insopportabile da sostenere.
    Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua. Avrei decisamente preferito allenarmi con la spada indossando la mia comoda armatura piuttosto che stare lì a conversare, mangiare, peggio che mai ballare, avvolta in un lungo abito rosso cremisi, elegante e femminile, il tipo di abito che odiavo con tutta me stessa.
    Ahhhh maledizione! Com'è possibile essere a disagio per un ballo? Un ballo! Ho fatto fuori un'orda di morti viventi e non riesco nemmeno a passare una serata in mezzo agli invitati! Chi mi capisce è bravo...
    Stavo ancora osservando gli invitati festeggiare quando sentii quelle che sembravano due persone litigare.
    Mi allontanai dalla balaustra, inoltrandomi nel corridoio fino a raggiungere lo studio di mio padre e mi misi ad origliare alla porta.
    Riconobbi le voci dei miei genitori. Mia madre era furiosa. Era la prima volta che la sentivo così. Mio padre tentava di controbattere, ma mia madre non gli dava tregua. Non gli fece nemmeno finire la frase. Lo insultò per l'ultima volta, qualcosa si frantumò sul pavimento e poi aprì la porta di scatto, chiudendosela dietro con uno schianto, allontanandosi a passo di marcia. Per fortuna mi ero nascosta dietro un pilastro appena in tempo.

    Tornai alla balconata ad osservare la folla sottostante, a ragionare su quello che avevo appena sentito.
    Non l'avevano detto chiaramente, ma sembrava che mio padre avesse tradito mia madre e che, per di più, da questo tradimento fosse nata una bambina... questo significava che io avevo una sorella...
    Domande su domande mi affollarono la mente.
    Quanto tempo fa è successo? Chi è questa presunta sorella? Dove sarà? Potrebbe essere chiunque...
    Alt. Ares, smetti di ragionare, altrimenti ti esploderà il cervello.

    Non potevo continuare ad arrovellarmi così, soprattutto perché non aveva senso. Non avevo e non potevo avere risposte alle numerose domande che mi vorticavano in testa. O almeno non potevo trovarle da sola e soprattutto non in quel momento.
    Mi tornò alla mente una cosa che mi aveva detto Athena -un'altra Guerriera che avevo conosciuto durante la pianificazione dell'attacco a Saturno- riguardo a una certa Strega di Oaken. Voleva partire per chiederle aiuto, visto che circolava la voce che questa strega sapesse tutto... forse poteva aiutare anche me.
    A quanto pare Athena non viaggerà da sola...
     
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4 replies since 28/2/2018, 13:43   208 views
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