Flashback #4: Moon,Saturn & Neptune

Season 2

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. The Bla¢k Wit¢h¸
        +2   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,700
    Reputation
    +1,396
    Location
    Mandalore

    Status
    Nettuno un pianeta ricco di magia e misticismo, il luogo ideale ove vivere e prosperare dopo che si era stati cacciati dalla propria casa... non che avessi mai considerato la Luna tale anche se avevo sempre considerato estremamente lusinghiero che io, strega della stirpe di Oaken ero stata scelta.
    Le Oaken era un gruppo leggendario di streghe/amazzoni, donne temute e rispettate per il loro potere e sapere. Esse mai si mettevano al servizio di nessuno e per alcun motivo ed era stato questo il motivo che mi aveva fatto esiliare dal coven quando avevo accettato la richiesta di Hyperion di divenire la Strega dell'Impero, Consigliera della Corona e la personalità più importante della Galassia dopo di lui. Lo avevo fatto dopotutto per ingenuità ed anche amore verso un uomo di potere, affascinante e carismatico che mi aveva ammaliato con la sua aura ammaliatrice.
    Avevo voltato le spalle alle mie sorelle ed tal gesto mi aveva, paradossalmente, salvato dal loro sterminio. Un genocidio brutale che mi aveva portato ad essere l'unica superstite di tutta la conoscenza Oaken.
    Tuttavia gli eventi non erano stati clementi con me, perchè nonostante la mia storia d'amore con Hyperion prosperasse sapevo che mai avrebbe lasciato la sua amata moglie per me ecco dunque perchè mi ero ritrovata costretta ad usare tutte le mie arti per cambiare quella sorte già scritta.
    Avvelenamento di Theia non ebbe i risultati sperati non solo la sua fin troppo sveglia figlia trovò la cura per salvarla, ma accusò me di esserne la colpevole. Non che avesse torto, ma odiavo che una ragazzina troppo simile alla madre nei modi sopraffini e dal carattere algido potesse mettermi in difficoltà.
    La punizione era la morte per un atto di tradimento così grande, ma io avevo un'arma contro Hyperion una che mi avrebbe permesso di sopravvivere: nostra figlia. Fu per lei che la mia esecuzione fu solo una beffa, una che mi costrinse sì all'esilio, ma viva e con tutto il tempo necessario per meditare vendetta, per crescere il frutto del nostro amore come arma contro chi aveva osato toglierci ciò che ci apparteneva. Pandia avrebbe ottenuto il trono ed io avrei mosso mari e monti per riuscirci, affinché la stirpe delle Oaken tornasse a nascere sul trono lunare.
    Ecco perchè quando ricevetti la visita di due giovani Guerriere dell'Impero subito i miei sensi scattarono. Non potevo permettere che i miei piani venissero fermati prima del tempo e così prima che potessero dire anche una sola parola, ormai fin troppo vicine alla mia umile casa sulle sponde del lago ghiacciato di Galatea. Nettuno aveva una temperatura media di -230° tutto l'anno dunque noi nettuniani eravamo abituati alle temperature ferree, ai ghiacchi perenni e dalla mancanza totale di specie arboree. Tuttavia era un pianeta imbevuto di magia al punto che lì dove era impossibile mettere radici io avevo un orto ed un giardino da fare invidia a quelli reali.
    Risi nascosta sotto il mio mantello pesante di pelliccia quando alzando le mani attaccai le due giovani ancora troppo inesperte per riuscire davvero a contrastare la mia magia. Le stavo tenendo sollevate da terra, mentre soffocavano lentamente sotto la mia stretta. I loro tentativi di parlare furono vani quanto di chiamare loro in aiuto elementi come acqua e fuoco, che mi fece capire che fossero di Mercurio e Marte.
    Anche due corvi mi volarono incontro nel vano tentativo di beccarmi, ma non fecero in tempo ad avvicinarsi che vennero sbalzati via.
    Aumentai la presa sulle due, quando la meno combattiva si portò le mani sotto il mantello. Ero già pronta ad ucciderla prima che tirasse fuori un arma, ma quello che vidi fu invece un libro. Il Libro dei Morti del coven delle Oaken. La mia presa su di loro cessò e mentre queste caddero a terra tossendo io mi avvicinai al libro e prendendolo in mano fui incredula che fosse lì, vero... nelle mie mani.
    "Come lo hai ottenuto?" chiesi con voce severa e decisa, quando guardandola dall'altro mi preparavo a colpirla se fosse nuovamente necessario.
    “L-Lo abbiamo s-salvato... d-da S-Saturno...”
    "La Guerra contri i Non Morti..." biscicai tra me e me ricordando che le voci sulla stessa erano giunte fino a me.
    Mi feci pensierosa, ma al contempo ricordai chi e cosa fossi. Chi portava un dono alle Oaken, ancor più se di tal valore, meritava di ricevere dalla strega una ricompensa.
    Fu allora che facendo cenno loro di seguirmi rientrai in casa lì dove offrì loro un té. Non mi scusai per come le avevo accolte, ma mi misi a loro disposizione.
    "Risponderò ad una vostra domanda... so che ognuna di voi ha un qualcosa che deve e vuole sapere... vi darò ciò che volete e poi ve ne andrete..."
    Anche perchè Pandia nell'altra stanza stava dormendo, era una bambina vivace, ma fin troppo curiosa e volevo evitare spiacevoli incontri.
    “Strano modo di chiedere scusa... ci hai attaccati senza un motivo Strega!”
    "Posso assicurarvi, Duchessa, che avevo le mie buone ragioni. Non sono particolarmente stimata a corte..."
    Il modo in cui lei aveva sottolineato il mio titolo era lo stesso con cui io avevo sottolineato il suo, anche per farle presente che sapevo chi fosse.
    “Certo se siete solita comportarvi così...”
    "Perchè parlare di me quando siete voi quella che mi ha cercata? Trovo ingenuo il tuo credere così ciecamente a tuo padre... è un uomo e posso assicurarti che gli uomini sono tutti uguali... amerà anche tua madre, ma ama molto di più il piacere della carne... oh sì mia cara Duchessa avete una sorellastra... un'insignificante esserino che è stato schiacciato per dar vita a qualcosa di molto più epico ed intenso... lo hai incontrato... tutte voi mie care neo Guerriere ed è stata la vostra arroganza a renderla la vittima sacrificale..."
    Il mio modo di parlare mellifluo e pungente colpì nel segno tanto che la focosa Ares saltò sul posto e dal fuoco evocato dalla sua mano si formò la spada con la quale minacciò la mia gola. Era così istintiva che davanti alla verità reagiva con la violenza.
    "Oserei dire che per la prima volta la Duchessa di Marte saggia cosa vuol dire venir bruciati... ebbene è così... Eris... colei che nemmeno immaginate chi un giorno sarà per voi... è tua sorella..." mormorai vedendola sgranare gli occhi ed urlarmi in faccia tutta la sua ira. Ero abituata a sentirmi dare della bugiarda, soprattutto da chi era incapace di ascoltare la verità.
    Ma fu mentre lei se ne andava bofonchiando che era stato un errore cercarmi, che la giovane Marchesa Athena si scusava per il suo comportamento abbassando il capo mentre non smetteva di torturarsi le dita con fare nervoso e intimorito.
    "Se vi sentite in colpa per vostra madre, fate bene..." mormorai probabilmente esprimendo qualcosa che la giovane non si aspettava di sentire.
    "Dopo tutto è stata la vostra inesperienza ad ucciderla. Siete ancora troppo fragile ed impaurita per assolvere al ruolo per cui siete stata scelta... ma è anche vero che nessun mercuriano prima di voi è mai stato un combattente... non siete nati per questo. Il vostro posto è piegati sui libri eppure il sacrificio della nobile Azur non è stato vano... non potete ancora vederlo forse, ma di fronte a voi ci sono sfide ancor più grandi di questa... sfide che vi renderanno non solo una grande Guerriera, ma l'unica e vera mercuriana..."
    Il che magari poteva apparire una frase di poco conto se non fosse stato che nascondeva una ben più amara verità.
    Athena a quel punto aprì la bocca pronta a chiedermi qualcosa probabilmente, ma la sua compagna non era dello stesso avviso. La strattonò per un braccio intimandola di andarsene, di non perdere ulterior tempo dietro le mie bugie e lo avrebbero fatto se non fosse che ebbi una possessione. Ciò accadeva quando una profezia era in agguato, quando il mio terzo occhio si apriva sul futuro. Non potevo prevederlo, ma peggio ancora non ricordavo mai quando mi capitasse cosa facessi o cosa dicevo.
    Gli occhi divennero dunque completamente bianchi, le mani si artigliarono al tavolo, il fuoco del camino saettò e tutto nella stanza volò. Fu allora che io pronuncia: "Quando il sole sarà alto in cielo e le due lune si scontreranno, ella emetterà la sua energia e rivelerà la sua natura"
    Le parole riecheggiarono lente e precise ed una volta cessate tutto tornò normale, esattamente come me che svenni ignara di ciò che era appena accaduto.
     
    Top
    .
4 replies since 28/2/2018, 13:43   208 views
  Share  
.