Red Forest's War

Series Finale Season 2

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  1. The Bla¢k Wit¢h¸
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    Selene era stata lì, per tutto quel tempo sotto i nostri occhi... avevano scandagliato in lungo e largo quella maledetta landa e nonostante tutto non avevamo trovato nulla... ora sapevamo che era perchè quel posto era stato celato ai nostri occhi, ma faceva comunque male... Era la sensazione di essere diventate troppo Terrestri in quei lunghi anni e così aver perso la nostra identità, ciò che ci rendeva Guerriere.
    Con indosso le effigi di Giove mi sentivo rinvigorita non solo nel mio ruolo di Guerriera, di guardiana di Giove, ma anche di Giudice Supremo.. era per me il massimo orgoglio. Ricordarmi di chi ero.
    Era strano che in quei mesi di assenza della nostra sorella, di confusione e di incertezza avevamo però ritrovato noi stesse.
    Intorno a me avevo visto le relazioni di tutte le mie compagne incrinarsi e purtroppo anche la mia non era stata immune da ciò. Avevo allontanato Edward e non perchè non lo amassi, ma solo perchè in quel momento necessitavo una concentrazione che sapevo di non avere. Ne avevo parlato con lui spiegandogli il mio stato d'animo, la mia necessità di ritrovare il mio equilibrio e fu inutile dire che la conversazione si trasformò ben presto in una furiosa litigata. Era così umano sotto quel punto di vista, sia lui che Jacob. Quella necessità di esserci sempre e comunque, l'incapacità di capire che il mio non volerli non era una mancanza di affetto o amore, ma la necessità di concentrarmi. Su Giove le relazioni erano così fredde e complesse che in quei mesi ero stata una gioviana quanto non lo ero stata per tutta la mia vita. Non me ne ero nemmeno resa conto, era solo successo ed adesso il terrore di averli feriti mi uccideva, ma avevo speranza che una volta che tutto sarebbe finito avrei avuto modo di chiarirmi loro, di ricordare ad entrambi quanto li amassi.
    Una volta che Ares aveva aperto la breccia nel ghiaccio e ci trovammo all'interno della fortezza venimmo immediatamente attaccate da Hybris che sembrava sull'orlo di una crisi isterica, tuttavia io ed Aphrodite ci eravamo allenate duramente per non farci più cogliere impreparate come già molte volte era successo e quando lei ci attaccò questa volta non mi trovò impreparata, azi feci dei suoi fulmini nera la mia forza. I nostri fulmini saettavano pericolosi in una danza che fece crollare parti della struttura, mentre Ares era già corsa da Selene ed Endymion e con il suo fuoco aveva cicatrizzato la sua ferita. Aphrodite mi dava manforte, mentre Athena cercava di aiutare Pandia.
    Hybris non si diede per vinta ed attaccò con ancora più forza rendendomi quasi impossibile resisterle, infatti era solo grazie alla luce potente di Venere che unita ai miei fulmini gli dava la forza di resistere ai quegli attacchi.
    Era chiaro che saremmo dovuto uscire in fretta, ma fu proprio mentre il piccolo gruppo alle nostre spalle si mosse per farlo che il ghiaccio si richiuse davanti ai loro occhi ed una spessa rete di energia oscura ne impedì il suo scioglimento.
    Anche Pandia sparì dall'abbraccio di Athena, che la stava aiutando a camminare, in una nuvola nera accanto a Wiseman che aveva fatto la sua comparsa... i giochi erano fatti, non avevamo potenza di fuoco contro di lui... fu un istante che la sua energia oscura si scagliò contro di noi e non venimmo sconfitte solo per la prontezza della mia sorella mercuriana che aveva alzato una spessa lastra di ghiaccio come scudo, tuttavia non sarebbe resistita a lungo come le nostre possibilità di vittoria. Avevamo solo un piano ed era appena andato in fumo. Fu in quell'istante che per un solo secondo pensai a come avrei potuto perdere per sempre Jacob ed Edward senza che loro sapessero quanto tenevo loro, certo nella Foresta Rossa avremmo potuto stare insieme per sempre, sempre felici e liberi da qualsiasi dolore, ma non era l'infinita gioia che cercavo quanto più la complessità dell'amore...


    La gravidanza proseguiva lenta ed inesorabile. 4 mesi che mi avevano già fatto spuntare una piccola curva sul ventre, una che ogni volta mi straniva e non solo perchè noi mercuriane non conoscevamo la gravidanza, ma anche perchè il mio corpo magro e slanciato non era mai stato tanto soffice e tondo. Era in parte come sentirsi non detentrice del mio corpo, come se una forza estranea mi muovesse negli istinti e nei pensieri... un'esperienza nuova in parte traumatica se non fosse stato per l'amore e la dolcezza di Connor che mi stava accompagnano in quel viaggio con premura ed affetto. Ma anche noi avevamo avuto la nostra separazione, meno dura di quelle delle mei sorelle, ma comunque amare. Non avrei mai voluto allontanarlo in un momento tanto delicato e nemmeno lui avrebbe voluto farlo, ma concordò sulla mia scelta di concentrarmi unicamente sulla ricerca di Selene seppur non approvasse il mio passare troppo tempo sui libri. A sui dire mi stavo sfinendo, ed era vero, e quello non faceva bene al bambino. Io lo rassicuravo, ma in realtà gli avevo mentito come avevo mentito alle mie sorelle. La spossatezza, le nausee, il dolore, gli svenimenti... avevo in silenzio tenuto tutto per me. Quel cambiamento fisico non mi stava solo traumatizzando emotivamente, ma anche fisicamente. Le donne mercuriane non erano mai state gravide e da quanto sapevo era la prima, dunque nonostante potessi esserlo non toglieva che ero un'eccezione avvenuta in millenni di storia. Il mio corpo non era abituato e stava reagendo male seppur ad ogni calcio del feto o sua dimostrazione di esserci mi ricordavano che ne valeva la pena.
    Fu proprio quel lavorar duro che mi rendeva ancora più inquieta, perchè a cosa era servito tutto quel tempo se non aveva portato a nulla? Era a questo che pensavo al centro della battaglia, sostenendo la barriera di ghiaccio. Come avevo fatto a non trovar quel luogo? Ad non esserne in grado?
    Scuotevo il capo arrabbiata contro me stessa, mentre un'altra inquitudine si fece strada, quella legata al mio bambino. Non avrei mai voluto che nascesse in un luogo senza tempo nè spazio. Dove non sarebbe mai cresciuto, dove non avrebbe mai viaggiato e non avrebbe mai fatto le sue esperienze. Non riuscivo ad immaginarlo e non desideravo si avverasse, ma ogni mio pensiero o delle altre fu nullo di fronte alla realtà.
    Pandia esausta galleggiava a mezz'aria accanto a Wiseman che imprimendole una mano sulla fronte richiamo l'energia del Cristallo Nero che lentamente uccise la poca volontà che le era rimasta, così come Hybris sorridente ci guardava tronfia della loro vittoria e della nostra sconfitta.
    Caddi a terra in ginocchio, mentre la barriera di ghiaccio cadeva con me, le effiggi di Mercurio mi rubarono una lacrima, mentre con le mani mi accarezzavo il ventre.
    Avrei voluto raccontargli di Mercurio, di fargli conoscere le tradizioni del popolo di suo padre... avrei voluto un finale diverso, uno in cui non aspiravo alla vittoria del bene, ma quanto meno del libero arbitrio...
     
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