Present Day #2018: Paris

Season 3

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  1. Blackthorns
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    :Aphrodite:
    Il matrimonio venusiano aveva poco a che vedere con quello terrestre. Forse, per assurdo, sarebbe potuto apparire meno romantico, agli occhi di un umano, abituato ad una cerimonia ben più tradizionale ed impostata, che io avevo scelto di non adottare —— alla fine avevo optato per qualcosa che stesse esattamente nel mezzo, delle tue celebrazioni, qualcosa di unico nel suo genere, una cerimonia soltanto nostra, che mai nessun altro avrebbe potuto replicare. Su Venere la cerimonia completa sarebbe durata tre giorni, due dei quali trascorsi con il seguirsi di festeggiamenti e balli, in una vera e propria ostentazione della bellezza in tutte le sue forme, senza sosta alcuna fino al mattino del giorno dopo, quando — all'alba — i due sposi avrebbero svolto la parte più importante dell'intera cerimonia ; dopo le quarantotto ore di festa, che in realtà fornivano il tempo necessario ad interrompere il matrimonio, nel caso uno dei due lo avesse voluto, i cuori degli sposi sarebbero stati legati per sempre, indissolubilmente. Nessun ripensamento, nè divorzio, solo la morte avrebbe potuto dividerli, da quel momento in poi. Avevo riflettuto a lungo, sui preparativi, stilando vere e proprie liste per poi stracciarle; il primo dilemma era stato, senza dubbio, il luogo. L'idea di portare Altair e, di conseguenza, le persone che ci stavano a cuore, su Venere — non potevo negarlo — mi aveva accarezzato i pensieri più volte, tuttavia avevo voluto assolutamente niente potesse legare quel giorno meraviglioso alla maniera terribile in cui avevo vissuto il mio primo matrimonio, una costrizione, un'imposizione sulla quale non avevo potuto avere alcuna decisione ( imporre un matrimonio ad un venusiano era una pratica a dir poco crudele e, benchè non prevedesse neppure una pallida imitazione del legame dopo un'unione scelta liberamente, mi aveva fatto credere per moltissimo tempo non mi sarei mai sposata nuovamente ). Ci trovavamo, dunque, a Parigi, scelta che sarebbe anche potuta risultare banale, ma che io percepivo come appropriata —— non veniva forse definita la città dell'amore? Il locale, fornito anche di un comodo ed elegante spazio esterno, il quale era stato decorato da statue e colonne classiche, ci avrebbe ospitato fino al mattino seguente, dal momento che avevo ritenuto opportuno ridimensionare i tempi, riducendo ad una giornata i festeggiamenti previsti.
    Era sera inoltrata, ormai, ed approfittai di un momento di tranquillità per avvicinare il viso alla spalla di Altair e sfiorarla, scherzosamente, con il naso. Posai il calice di vino sul tavolo solo per poter avvicinare, poi, le labbra al suo orecchio. Le labbra già curvate in un sorriso a metà tra il divertito e il malizioso, una di quelle pieghe, insomma, che Altair avrebbe dovuto riconoscere, ormai, piuttosto bene.
    « La notte è nostra — sai cosa significa questo, amore mio? » appoggiai quasi la bocca al lobo del suo orecchio, per non dare più alcun dubbio, circa le mie intenzioni tutt'altro che innocenti. « Che possiamo usare il tempo che ci rimane fino all'alba come più ci aggrada. Sempre tu non stia avendo ripensamenti, ovviamente. »
    Sempre con quel sorriso malandrino sul viso, guidai una sua mano fino a farla posare sulla mia gamba, fasciata soltanto fino a qualche centimetro sopra il ginocchio da un vestito leggero, che richiamava i colori di Venere, dunque ocra tenue e avorio venato di azzurro. Poi risi, portato il capo all'indietro. Una risata cristallina, gioiosa, nel bel mezzo di un matrimonio affatto convenzionale, per gli standard di quel pianeta. Non lo avrei voluto in nessun'altra maniera, neppure nella più perfetta e sontuosa cerimonia terrestre, organizzata nei minimi dettagli dai più famosi wedding planner mondiali.


    Edited by The Bla¢k Wit¢h¸ - 20/11/2018, 09:21
     
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3 replies since 20/11/2018, 00:10   103 views
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