Present Day #2018: Paris

Season 3

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. The Bla¢k Wit¢h¸
        +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,703
    Reputation
    +1,402
    Location
    Mandalore

    Status
    :Altair:
    Quando Aphrodite si alzò, allontanandosi da me, le tenni la mano fin quando non fu troppo lontano per continuarlo a fare sofferente della sua improvvisa lontananza seppur capì ben presto che era dovuta a qualcosa di ben più piacevole di quello che credevo...
    La veste che elegante le fasciava il corpo scivolò con estrema lentezza ed eleganza dovuto al desiderio di Aphrodite di farmi impazzire lentamente, mentre la sua pelle diafana e le sue forme perfette si scoprivano per rivelarmi ciò che già conoscevo, ma non avevo mai smesso di amare ed ammirare.
    Lei era oggettivamente bella, da quello che mi aveva raccontato ogni venusiano lo era, una caratteristica fondamentale per la loro società basata sull'estetica e la perfezione. Per un semplice umano come me lei appariva quasi irreale, come una Venere di Botticelli che aveva preso vita e sinuosa era uscita dal dipinto solo per raggiungermi. Non c'era niente in lei che non fosse impeccabile dalle perfette proporzione, alla morbidezza della sua pelle, al profumo o al suo modo di apparire. Aphrodite superava qualsiasi dipinto o statua o affresco che di lei avevano fatto...
    Ogni volta rimanevo imbambolato di fronte a sua cotanta maestosità e silenzioso come in quel momento la veneravo, era il caso di dirlo perchè tale parola era nata da lei... dalla sua leggenda e mito...
    Aphrodite sapeva come ammaliarmi, sapeva come ammaliare qualsiasi uomo, ma l'amore che aveva deciso di dare intenso e puro era solo mio. Fu così che finalmente scoperta dalla sua veste si presentò di fronte a me in una lingerie che oltre a lasciare ben poco all'immaginazione esaltava la sua femminilità e sensualità la stessa con la quale camminando verso di me si abbassò suademente e posandomi un dito sotto il mento iniziò a baciarmi lenta e maliziosa, mentre il suo corpo sfilava sul mio. A cavalcioni su di me sentì ben presto la sua pelle sotto le mie dita che correva su di lei incapace di desiderarla, di stringermela addosso...
    Altrettanto esperte le sue dita affusolate presero a slacciare i bottoni della kamiz che indossavo e che non avrei saputo dire di che materiale fosse, essendo l'abito tradizionale venusiano matrimoniale maschile, ma era estremamente morbida seppur all'apparenza appariva rigida con collo alla coreane. Al di sopra vi erano ricami preziosi avorio, ma ben presto tutta la loro eleganza sparì quando cadendo a terra rimasi a torso nudo con la mia promessa tra le braccia.
    La stavo ancora stringendo quando voltandomi la portai con me sul letto alle nostre spalle per poterle fare adagiare la schiena al materasso, mentre io in gincchio tra le sue gambe gliene presi prima una e slacciando la giarrettiera lentamente le feci scorrere via un autoreggente, operazione che eseguì anche con l'altra gamba prima di iniziare a posarle piccoli baci... prima sul dorso del piede, poi sulla caviglia, poi sul ginocchio, l'interno coscia, il basso ventre, il ventre piatto, l'incavo dei seni, il collo, il mento e finalmente la sua bocca...
    Sentivo l'eccitazione crescere fin tanto qualcosa di inaspettato accadde. Aphrodite mi aveva spiegato con dovizia di particolari che l'unione con un venusiano comportava un legame eterno come due persone con un solo cuore, un solo cervello ed una sola anima, ma non capì cosa significava realmente fino a quel momento quando il piacere che mi invase fu quasi difficile da gestire.
    Percepivo ovviamente le sue mani su di me, ma anche le sue sensazioni quando io la toccavo. Era come vivere sia la mia di emozione nei suoi confronti, ma anche la sua nei miei. Era percepire esattamente cosa provasse per me, la sua eccitazione e perfino le mie stesse carezze che su di lei eseguivo...
    Mi allontanai quel tanto da lei non per respingerla e nemmeno per voler smettere tutto ciò, ma solo per cercare di gestirlo perchè era così forte, intenso e bellissimo che mi sopraffaceva.
    "Mi avevi parlato della condivisione del tutto, ma questo... wow... è... è... non credo esistano parole per esprimerlo..."
    Dissi come una maratoneta dopo una lunga corsa con il fiato corto e la voce bassa e roca, ma in quel momento non era certo dovuta allo sforzo o alla fatica, quanto più ad un'eccitazione tale che mi confondeva.
     
    Top
    .
3 replies since 20/11/2018, 00:10   103 views
  Share  
.