Present Day #2019: Toronto's Roads

Season 3

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  1. Illiana
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    :Ezio:
    La mappa della Loggia Hamilton... la mappa del quartier generale dei Templari!
    Per quanti anni avevo cercato di procurarmi queste informazioni, e il loro ottenimento era quasi diventato un'ossessione?
    Violare la loro base, sottrarre i loro segreti, recuperare i Frutti dell'Eden e, addirittura, trovare le loro scorte della fonte di Lazzaro, per eliminare ogni vantaggio che avevano su di noi. Indebolirli per infliggere loro il colpo di grazia.
    Ottenere alla fine, dopo secoli di lotta e di sacrifici, lo scopo per cui era nata la Confraternita: rendere il mondo libero da una mentalità di controllo e oppressione, salvare le donne e gli uomini di ogni luogo della Terra dalla schiavitù.
    Ero stato una volta in precedenza alla Loggia, ma in quel caso c'erano altre emergenze da risolvere, dato che era in corso la guerra del Cristallo, e l'unica cosa che dovevo fare era salvare i miei compagni: mi ricordavo una serie di sale immense, austere, che avevo attraversato di corsa scortato da quel doppiogiochista di Cormac.
    In quei momenti, la mia mente era focalizzata sul pericolo che incombeva su di noi, e non c'era stato lo spazio né l'opportunità di pensare ad altro. Ma questa volta, potevamo pianificare la nostra missione nei minimi particolari, sfruttare il momento adeguato, addentrarci silenziosamente fino ad arrivare a colpire il nostro nemico al cuore.
    Immerso in questi pensieri, sentii a malapena la richiesta di Pandia:
    "Spero vorrai accompagnarmi..."
    La mia risposta fu immediata, non avevo bisogno di rifletterci neppure un secondo: ”Ma certo! Dammi solo modo di recuperare la mia lama celata!”
    Non avevo altro in testa da quando avevo scoperto l'esistenza di quella planimetria: per nulla al mondo mi sarei fatto scappare l'opportunità di mettere piede nella tana dei nostri nemici di sempre, e per farlo stavo mettendo a tacere un bel po' di interrogativi che, invece, avrei dovuto ascoltare: per quanto fossi ancora un Mentore, a capo della Gilda di Firenze, era mio obbligo informare anche gli altri Mentori, dato che il nostro obiettivo erano niente di meno che i Frutti dell'Eden.
    Però, visto che Athena aveva richiesto la massima segretezza, questo non sarebbe stato possibile.
    E c'era un'altra voce nella mia testa che tentava di farsi sentire: come era riuscita Athena ad ottenere una simile informazione? I miei vecchi dubbi sul ruolo delle Guerriere all'interno della nostra alleanza, che avevo cercato di sopire, si stavano risvegliando, inevitabilmente.
    Come ne era venuta a conoscenza? Quali fonti aveva sfruttato? Forse Connor, che si era riavvicinato al padre, il capo dei Templari, aveva passato a lei quelle informazioni preziose?
    Addentai una fetta di pane abbrustolito dal vassoio della colazione in camera che ci era appena stato portato, mentre nel contempo mi infilavo i pantaloni, sbrigativo.
    Mi rivolsi a Pandia, con tono secco: ”Dammi un'ora, poi scendi in strada ad aspettarmi. Mi procurerò un casco per te e raggiungeremo la Loggia con la mia moto!”
    Colsi la sua occhiata quasi con stupore: un misto di perplessità e forse anche di delusione.
    Probabilmente non si era aspettata la mia reazione spiccia e risoluta, ed io non avevo per nulla previsto, né conteggiato, la sua.
    Mi fermai e scossi la testa, quasi per giustificarmi.
    Non era questa una delle tante prove a cui sarebbe stato sottoposto il nostro rapporto? Il dover bilanciare e soppesare le nostre reazioni, il dover continuamente rivedere le nostre priorità per non lasciare dei pezzi di noi indietro?
    Non capivo perché fosse così importante, ai suoi occhi, voler gridare al mondo intero il nostro amore, dato che questo avrebbe solo comportato nuovi ostacoli da superare. Ma non volevo affrontare in questo momento l'argomento, già troppe tensioni si annunciavano all'orizzonte.
    Così, mi avvicinai lentamente a lei, abbracciandola e posandole un bacio sulle labbra a mò di saluto.
    ”Tra un'ora, d'accordo?”
     
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