Present Day #2019: Toronto's Roads

Season 3

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  1. Illiana
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    :Ezio:
    La trattenni per un braccio, giusto prima che attraversasse la finestra e si trovasse allo scoperto e vulnerabile.
    Questa missione si stava rivelando una delle più difficili in assoluto. Non che mi fossi aspettato il contrario, dato che si trattava sempre e comunque di infiltrarsi nella base dei nostri nemici, ma in sordina, nella parte di me che custodiva le emozioni, quella parte che zittivo per privilegiare la lucidità e la prontezza di riflessi che ottenevo solo se non lasciavo che troppi pensieri mi confondessero, aveva cominciato a formarsi una brutta sensazione.
    Era un pensiero fosco, molto legato all'istinto di sopravvivenza.
    Nessun piano è perfetto, anche se viene preparato in maniera ossessiva, pensando e curando ogni minimo particolare. L'imprevisto è sempre dietro l'angolo, e un errore di valutazione può capitare anche ai migliori.
    Se non fossi stato così ostinato, a questo punto avrei già proposto di sospendere la nostra missione.
    Gettai uno sguardo al piccolo santuario alla fine del giardino, così lontano eppure, mai come ora così vicino. Una volta raggiunto, ero ottimista che saremmo riusciti a trovare velocemente l'accesso al luogo dove erano custoditi i Frutti, eludendo gli allarmi che erano stati installati, senza ombra di dubbio.
    Eppure, questa sensazione, come un temporale ancora lontano che rende l'orizzonte livido, stava crescendo dentro di me, mi imponeva di ascoltarla.
    Stavamo sfidando ben più che un esercito ben addestrato di uomini, rischiavamo invece di dover affrontare quel ragazzino terrificante, spaventoso per via dell'aura che emanava, e che avevo avvertito nettamente io stesso, quando era stato a pochi centimetri di distanza da me.
    Rafforzai la presa sul braccio di Pandia, spostando la mia attenzione sul suo viso. La sua espressione era contratta, nel tentativo di dominare il dolore della ferita che si era inflitta. Corrugai la fronte, mentre un altro sentimento si intrometteva nella confusione che sentivo già nella mia testa.
    Quale era stata la mia maggior preoccupazione quando stavamo pianificando la sortita? Quale era il timore più grande, che non volevo considerare ma che tornava e ritornava a presentarsi? La paura che Pandia venisse ferita, ed io non potessi fare nulla per aiutarla. A quel pensiero, se ne aggiungeva sempre un altro: l'amore può renderti debole.
    Mi umettai le labbra, assunsi un tono deciso che non mostrasse i dubbi che mi stavano mordendo l'anima: ”Non se ne parla. Due persone che corrono per poi buttarsi in acqua? Tanto vale che suoniamo noi stessi la campana d'allarme!”
    Accennai un sorriso, quando la vidi mordere il freno: ”E allora? Hai un'altra proposta che mi piacerà poco?”
    ”Sono un Assassino, e sai quale è la seconda regola che ho giurato di rispettare? Nasconditi in piena vista. Raggiungeremo il Tempio di Diana camminandogli sotto il naso...”
    Era tanto, troppo rischioso, ma sempre meglio che farci trovare a sguazzare nell'acqua bassa, impediti dagli abiti fradici. La strinsi a me, coprendoci entrambi con l'ampio mantello che fortunatamente non avevo abbandonato nella biblioteca di Kenway.
    Uscimmo sul terrazzo, raggiungemmo il viale delimitato dalle siepi tagliate alla perfezione. Fu estenuante percorrere quello scarso centinaio di metri, nel timore di udire un segno di pericolo, un rumore che allertava le guardie; era come camminare in un campo minato, ed aspettarsi ad ogni passo di calpestare una mina antiuomo.
    Lo sguardo fisso sulla nostra meta, la determinazione e la lucidità che andavo riacquistando di secondo in secondo. Forse, potevamo farcela.
     
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14 replies since 24/9/2019, 19:51   180 views
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