Present Day #2019: Creta

Season 4

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  1. Illiana
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    :Selene:
    Guardai l'uomo davanti a me con attenzione, soppesando le sue intenzioni: ”Non siate sciocco, Gran Maestro Kenway! Se avessi voluto nuocergli, non mi avrebbero certo fermato le vostre minacce!” A dispetto delle mie parole e del tono fermo che usai, ammorbidii il mio approccio con un sorriso rassicurante, mentre mi avvicinavo lentamente a lui, tendendogli il piccolo Atlas. ”Ha bisogno del padre, per calmarsi...”
    Kenway lo prese in braccio, ben attento a non sfiorarmi, e lo strinse a sé, grato. Il bambino terminò il suo pianto disperato appena riconobbe il calore familiare delle braccia paterne.
    ”Cosa è successo a Eris? Lei non sta bene, dimmi quello che le hai fatto!”
    Girai lo sguardo verso la donna, riversa per terra. ”Quando sono arrivata, lei era già così, svenuta. Io mi sono solo occupata di consolare vostro figlio, che piangeva a dirotto”
    Non mi ero avvicinata ad Eris, se non per prendere in braccio Atlas. Non avrei mai toccato un deviato, anche se quel corpo ormai non conteneva più nulla del potere che possedeva quando la dea del caos lo abitava.
    ”Non siate sospettoso delle mie intenzioni, Gran Maestro. Ci conosciamo da molto tempo, anche se non ci siamo mai incontrati. Ammiro la vostra lealtà all'Ordine che rappresentate, e sono qui per proporvi un accordo...”
    Kenway intervenne in tono ironico, sempre però mantenendo una pacatezza controllata.
    ”Quindi gli assassini che mi hanno seguito fino quasi alla nostra stanza non sono con te?”
    Sgranai gli occhi a quell'informazione. Non credevo che sarebbero stati così veloci a scoprire i movimenti dei templari, anche se avevo imparato a conoscerli e non sottovalutavo le loro capacità. Il Gran Maestro rise piano, riconoscendo nel mio smarrimento una prova della mia buona fede.
    ”Non preoccuparti, li ho seminati prima di tornare qui”
    Lo studiai per qualche secondo, sempre più convinta della scelta che stavo compiendo. Quell'uomo aveva il controllo della situazione, per quanto critica potesse essere. Era freddo, lucido e presente anche mentre si dedicava a distrarre suo figlio. Tesi la mano con il palmo in su verso di lui:
    ”Fatemi vedere cosa avete trovato nella Cripta principale dei Titani. Voglio essere certa che sia quello di cui avremo bisogno per dischiudere le Cripte minori”
    Se anche era sorpreso, non lo diede a vedere. Quello che fece fu di estrarre lentamente da una borsa nera un piccolo fagotto avviluppato in un panno, senza perdermi un secondo di vista. Me lo porse, ed io aprii il cofanetto facendo leva sul meccanismo che funzionò perfettamente, anche dopo millenni di disuso. Al suo interno, il medaglione che serviva da chiave: lo riconobbi senza esitazione dalle descrizioni che avevo letto sul diario di mio padre.
    ”Eccellente... avete compiuto un ottimo lavoro. Siete davvero una persona colma di risorse e di capacità. Le esatte qualità che sono necessarie per portare a termine una ricerca così impegnativa”
    Non reagì ai miei complimenti, e questo aumentò ancora di più la mia stima per lui. Un uomo ai suoi livelli di potere che non si faceva influenzare dalle adulazioni era raro e prezioso.
    ”Come conosci le Cripte?” Rifletté qualche secondo. ”Ah, già... tu sei la figlia di un titano...”
    ”Mio padre era Iperione, l'imperatore sì, ma anche il creatore di questi luoghi che custodiscono immensi poteri. Verso la fine del suo regno decise di lasciare un'eredità di pace e speranza anche qui, sul Pianeta Proibito, scegliendo i migliori tra gli umani, gli Eletti, per compiere un ufficio importante. La Terra non è degna di possedere una guerriera che la protegga, perché la vostra umanità non ha il discernimento per accettare un simile dono. Così mio padre decise di suddividere il ruolo tra dodici saggi, che dovranno agire in comune accordo e ha scelto voi, un gruppo di persone dalla fede incrollabile nella bontà delle regole, dell'ordine e dell'armonia che ne discende”
    Kenway annuì per confermare il mio racconto:
    ”Questo è quello che ho visto, quando la Guerriera di Saturno mi ha restituito mia moglie e mio figlio... un mondo finalmente libero da scontri , diseguaglianze, ingiustizie. Un mondo dove tutti saranno protetti e al sicuro”
    ”La Guerriera di Saturno possiede una conoscenza che pochi potrebbero eguagliare, quando il suo potere è manifesto. Lei sapeva che era giunto il momento di svelare queste verità, che eravate pronti per accettarle, per adoperarvi a svolgere il compito di protettori. Io vi posso aiutare nella ricerca”
    Il suo sguardo acuto non smetteva di mettermi alla prova.
    ”Cosa ci guadagneresti tu?”
    ”Ho le mie ragioni che qui non sono importanti come il fatto che avremo bisogno uno dell'altro, per compiere il disegno dei miei predecessori”
    Cercavo un alleato, non un confessore, per questo non avrei fatto parola del mio desiderio di riabilitare, attraverso queste cripte, il nome di mio padre, di gettare una luce migliore sul suo regno che tante cose orribili aveva provocato.
    I suoi occhi guardarono la moglie, turbato. Avvertivo in lui molto potente l'amore per la famiglia; eravamo molto simili, anche se le nostre vite non avrebbero potuto essere maggiormente diverse.
    ”Sembra in stato catatonico...”
    Mi morsi un labbro. Ero tornata sulla Terra per incontrare il Gran Maestro e portarlo dalla mia parte, ma ora che avevo imparato a conoscerlo mi rendevo conto che non sarebbero bastati bei discorsi per ottenere la sua fiducia. Dovevo fare un passo in più. Estrassi con un gesto misurato lo specchio che consentiva il passaggio tra i pianeti.
    ”Non conosco il problema, ma possiamo portarla sulla Luna, dai miei guaritori. Forse loro riusciranno a svegliarla, o almeno a capire cosa la costringe in questo strano sonno”
     
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