Present Day #2020: Abstergo

Season 5

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    :Federico:
    Mi sono sempre ritenuto una persona ragionevole, paziente quando serve, ma soprattutto lucida e controllata.
    Dopotutto il ruolo di Mentore non l’avevo vinto a carte, me l’ero sudato dimostrando il mio valore, la mia dedizione nella Confraternita e nei suoi valori, tentando di ripercorrere i passi di mio padre e di fare del mio meglio per aiutare gli altri.
    Tutto quello che ho fatto come Assassino non l’ho fatto per ottenere questo ruolo, l’ho fatto perché credevo in quello che facevo e in quello che pensavo.
    Perché tutto questo pippone sui miei ideali, vi starete chiedendo…
    Semplice: perché qui dentro, in questa prigione abbellita da tutti i comfort possibili, mi sentivo in gabbia, braccato, sempre sotto controllo, e la cosa mi faceva incazzare, e anche tanto.
    Come dicevo prima, tutte quelle caratteristiche che vi ho elencato prima con tanto orgoglio, grazie a questo posto di merda rischiavano di andare dritte nel cesso.
    Questo posto rischiava di cambiarmi, o meglio, di tirare fuori quella parte di me che in genere tenevo al guinzaglio, quella impaziente, irragionevole, irrazionale, attaccabrighe, irresponsabile e fin troppo canzonatoria.
    Detto in poche parole, quando perdevo il controllo mi comportavo come l’adolescente che ero. E la cosa mi infastidiva. Non che rinnegassi il me di allora, anzi, alla fin fine ero il solito coglione, però c’era il momento per le bischerate e quello per le cose serie. E questo faceva decisamente parte della seconda categoria.
    Ecco perché era inaccettabile come mi ero comportato con Altair… non troppo dai, gli serviva una bella scrollata… forse la scopa nel culo era eccessiva… no, ci stava.
    Visto? Dopotutto sono un coglione in fondo.
    Come altro potevo rispondergli? Capisco la sua reticenza, io ero lì in cortile a leggermi un libro – mentre ovviamente tenevo sotto controllo il cortile -quando all’improvviso la sua faccia decide di avere un incontro ravvicinato con il tavolo.
    Sarei incazzato anch'io al suo posto e lo sono già di mio, figuriamoci, però non potevamo farci scappare questo vantaggio nei confronti dei Grigiastri.
    Ecco perché stavo andavo dalla persona perfetta per aiutami a riscattare le informazioni che ci spettavano.
    “Fratellino! Abbiamo una missione!”
    “Prenderci quelle informazioni?” chiese ironico mentre continuava a prendere a pugni il sacco da boxe.
    “Esattamente, con le buone o, se mi fanno incazzare, anche se non ci vorrei arrivare, con le cattive.”
    Tornò il silenzio, quel maledetto oppressore, interrotto solo dal suono del sacco che oscilla e dei guantoni che lo colpiscono.
    Ormai era da un po’ di tempo che Ezio era strano. Da un giorno all'altro era cambiato. Ovviamente era sempre lui, non era un cambiamento radicale, era più qualcosa di impercettibile che però aveva comunque il suo peso.
    Nei suoi occhi leggevo pesantezza, orrore, sconforto, incredulità, disagio. Sì, ok, eravamo in una prigione dove accadeva decisamente di tutto, però avrei capito -nemmeno troppo in realtà, visto che nella nostra vita avevamo visto di tutto, in primis nostro padre e nostro fratello appesi a un cappio- quel suo sguardo all'inizio della reclusione, non ora dopo nemmeno un mese.
    Sembrava più… maturo? Vissuto? Sapevo già che questi pensieri non avevano senso. È vivo da circa cinque secoli, è normale che lo sia, ma avevo questa sensazione strana, come una zanzara fastidiosa che continuava a ronzarmi vicino all'orecchio e che non aveva intenzione di volare altrove.
    Era decisamente più serio e sembrava ricordarsi meno le cose, o meglio, cose diverse, distorte, soprattutto relative alla nostra vita dopo la morte di nostro padre e Petruccio. Era cascato dal pero, e mi era sembrato anche quasi infastidito, quando aveva scoperto che io ero Mentore.
    Sembrava distante, sempre con la mente a qualcos'altro, perso nel suo mondo.
    Proprio per questo lo tenevo d’occhio, per capire il perché di questo cambiamento repentino e per capire che cazzo gli passasse per la testa.
    “Maremma come sei silenzioso però!”
    “Sono solo concentrato. Non sono una radio sempre accesa come te. Mi chiedo seriamente come fai rimorchiare con la parlantina esagerata che ti ritrovi.”
    Non mi sfuggì il ghigno che gli incurvò le labbra.
    “Parla il muto! Venvia costì, invece che stare a sparare bischerate, appendi i guanti al chiodo e andiamo a prenderci quelle informazioni.”
    Sospirò, fingendosi infastidito “Che rompipalle che sei. Dimmi, avevi qualche idea?”
    “Ho qualcuno in mente, però volevo sentire cosa ne pensavi te.”
    “Sicuramente eviterei un approccio diretto con O’Brien.”
    “Vuoi provare con quel Tazim?” ghignai divertito ripensando a quel povero bischero e guadagnandomi un’occhiataccia di mio fratello “Comunque eviterei anche quella mocciosa che ha accoppato Kenwey. Non mi sembra ci si possa ragionare più di tanto.”
    “Se è per questo anche quella che ha steso Altair non mi è sembrata molto ragionevole...”
    “Lo so. Le uniche di cui non sappiamo molto sono la sorella di quest’ultima e quell’altra, che però non mi ispira molta collaborazione...”
    “... proviamo con le sorelle?”
    “Andata.”


    Edited by The Bla¢k Wit¢h¸ - 30/3/2020, 10:29
     
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