Bayek & Ares Origins

Earth Prime

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    Cristina
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    "Nessuno eh?" sgridai Horus, mentre l'antidoto faceva effetto ed io avevo scoperto per sua stessa ammissione che Ares e Bayek, al di là della porta, sapevano tutto ed avrebbero desiderato entrare per affrontarci, per parlarci.
    Per quella occasione avevo preso la mia forma umana, che da tempo immemore ormai non indossavo più, e coperta da una leggera veste di cotone nero, Horus mi coprì le spalle con uno scialle, mentre avviandosi alla porta mi guardò un ultimo attimo prima di aprirla ad un mio cenno.
    Seduta sul bordo del letto, osservai il mio Campione entrare e la Contessa di Marte. Lo sguardo fiero e la forza che lentamente mi stava tornando a scorrere nelle vene. Eravamo una razza forte e tempo due ore sarei stata pronta a scendere in guerra se necessario.
    Bayek mi guardò incredulo e poi muovendo qualche passo incerto nella mia direzione si inginocchiò di fronte a me, abbassò il capo e con un pugno sul petto mi mostrò la sua devozione ed il suo rispetto.
    Gli occhi brillavano di commozione, mentre allungando una mano accarezzai il suo viso invitandola ad alzarso verso il mio.
    "Mi spiace averti mentito" era strano sentire la mia voce, ma sorridendo fui lieta che ancora fosse calda ed avvolgente come la ricordavo.
    “Spiace a me di non averlo mai saputo... perchè non me lo hai mai detto?” non c'era delusione o accuse nella sua voce, semplicemente uno stupore sincero di chi aveva paura forse di non essere all'altezza di tale segreto.
    "Perchè il mio compito è proteggerti... è ascoltarti ed alleviare le tue pene, non costringerti a farti carico anche delle mie..."
    Lui scosse il capo e stringendomi una mano ne baciò il dorso sorridendo.
    “Ti ho sempre considerata una mia pari e lo sai... la mia fedele compagna... l'amica più sincera... non avrei mai esitato ad aiutarti... ascoltarti... mai...”
    Ed io questo lo sapevo, ecco perchè lo amavo.
    Guardando Ares sapevo però che lei non sarebbe stata altettanto magnagnima, aveva bisogno di risposte ed io gliele avrei date, non per me, ma per Horus.
    "Se una punizione ci dovrà essere sarò lieta di pagarla, ma mia figlia ne rimarrà fuori!"
    “Non sei nella posizione si avanzare pretese!”
    “Ares...
    “No Bayek! E' qualcosa che tu non puoi capire... questioni secolari... tradizioni... voglio risposte!”
    Notai la tensione tra i due ed alzandomi, aiutata da Bayek, gli feci un accenno per fargli capire che andava tutto bene. Strinsi lo scialle ed affrontai Ares.
    "E le avrai! Conoscerai molto bene la storia del Compagno Alato che, rifiutò per tre volte un Campione, e che venne esiliato vero?"
    “Non credevo fossi tu o meglio non credevo che tale Compagno Alato al di fuori dell'Impero fosse sopravvissuto!”
    "Bè l'ho fatto!" dissi fieramente "Ho vissuto per moltissimo tempo nella mia forma umana, ho tentato di inserirmi nella società egizia perchè mi ricordava quella da cui provenivo... ero incinta e la mia priorità era far nascere mia figlia a prendermi cura di lei..." lo dissi sorridendo nella direzione di Horus che dietro Ares stava con il capo chino.
    "Quando partorì la lasciai con degli umani che tanto amorevolmente si erano presi cura di me e che conosciuta la mia storia ne custodirono il segreto... fu allora che incontrai Bayek... percepì subito la sua anima pura... quella che in nessun Campione che mi era stato proposto, avevo mai visto..." questa volta il mio sguardo si poggiò sulla figura imponente dell'uomo al mio fianco.
    "Mi conobbe nella mia forma anomale, quella che non abbandonai più da quando presi a servirlo come Compagno Alato... tuttavia nel mentre mi recavo da Horus e la vedevo crescere insegnandole tutte del nostro popolo... delle nostre tradizioni e pretesi che una volta raggiunta l'età da Guerriera tornasse a Koronis per frequentare l'Accademia. Ero stata punita io, non lei. Meritava un'occasione, anche se per averla avrebbe dovuto mentire sulle sue origini... Questa è la storia Ares... io ormai non sono più una figlia di Koronis, non servo più l'Impero di Marte... ma Horus sì e desiderei che continuasse a mantenere i privilegi ottenuti con le sue forze... Se una punizione ci deve essere, sono pronta..." conclusi.
    Capo alto e sguardo penetrante. Ero una donna bellissima e decisa e per un attimo perfino la grande Contessa di Marte sembrò vacillare di fronte a me.
     
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    :Ares:
    Gli eventi delle ultime ore mi avevano a dir poco scombussolata.
    Prima io che praticamente chiedo a Bayek di sposarmi -con conseguente desiderio di sotterrarmi-, poi lo strano comportamento di Horus che culmina con un omicidio commesso da quest'ultima.
    Il motivo? Per salvare sua madre... Senu.
    Finalmente tutto aveva un senso! Ecco il perchè del suo atteggiamento misterioso ed apprensivo.
    Tutto ciò però non giustificava le sue azioni e le sue bugie. O almeno per me. Bayek praticamente sembrò passarci sopra, troppo contento per l'amica salvata. Era comprensibile, come biasimarlo.
    Vista la situazione delicata, volevo affrontarla in modo pacato e ragionevole, ma quando Senu iniziò a pretendere che Horus non venisse coinvolta in tutto ciò, sbottai.
    Aveva mentito, ucciso.
    Come potevo passarci sopra come se nulla fosse? Sopratutto perchè, oltre che ingannare me, aveva palesemente raccontato fandonie a Thot, il suo Campione, mio fratello.
    Il legame fra Compagno Alato e Campione è sacro, è basato sulla fiducia reciproca.
    Anche se la causa era nobile, come poteva aver pugnalato alle spalle me, ma soprattutto Thot?
    Come potevo ora io nascondere tutto ciò a mio fratello? Come?
    Ero scombussolata, arrabbiata e ferita. Per lei valevano così poco le tradizioni, il rapporto con Thot, la sua fiducia?
    Bayek tentò di calmarmi, ovviamente senza successo. Ormai è risaputo che quando sono in preda alla rabbia c'è ben poco che possa calmarmi, ancora di più se mi sento presa in giro.
    “No Bayek! E' qualcosa che tu non puoi capire... questioni secolari... tradizioni... voglio risposte!”
    Senu si alzò lentamente e mi guardò fissa negli occhi, fiera ed orgogliosa. Seppur ancora ferita, emanava un'aura vitale e combattiva. Questa donna era una forza vivente.
    Raccontò la sua storia fatta di dolore, privazione, rifiuto, ma anche di amore e solidarietà. L’avevano cacciata, esiliata, umiliata, ferita, ma lei non si era né piegata né spezzata, non si era arresa, anzi, aveva continuato a lottare, riuscendo persino a trovare un Campione degno di lei.
    Era una grande donna e guerriera, degna di rispetto e di fiducia, eppure, a causa delle tradizioni, aveva perso tutto.
    Ascoltarla era stato come ricevere un pugno nello stomaco ed uno schiaffo in pieno viso.
    Le tradizioni che tanto mi ero prodigata a proteggere e a seguire erano davvero giuste come pensavo? Era giusto esiliare una guerriera formidabile solo perché si era riufiutata una volta di “troppo”? E poi, perché doveva esserci un limite per una scelta così importante che avrebbe influenzato per sempre due vite?
    Come potevo giudicarla così rigidamente? Anzi no, come potevo giudicarla e basta!
    Fossi stata al suo posto, avrei fatto la stessa identica cosa, pur sapendo che avrei perso qualsiasi cosa.
    Perché è proprio questo che dimostrava la forza d’animo di Senu: aveva infranto una regola per un suo ideale, pur conoscendo le conseguenze delle sue azioni.
    Dopotutto io non facevo la stessa cosa ogni volta che vedevo Bayek? Non potevamo avere contatti di alcun tipo per colpa del Trattato di Saturno, eppure, consapevoli dei rischi, lo facevamo lo stesso.
    Che differenza c’era fra me e Senu?
    Solo una: che quelle regole opprimenti le avevamo create noi Marziani, ed io ero responsabile come quelli che le avevano create perché non avevo fatto niente per cambiare una situazione soffocante ed irrispettosa.
    Non avevo mai visto la questione da un punto di vista più ampio, mi ero sempre fermata al mio rapporto con Deimos ed al massimo con Phobos. Già con Horus mi comportavo diversamente.
    Ogni Campione Alato era una persona, degna di considerazione, rispetto e fiducia non solo da parte del proprio Campione, ma da tutti. Chissà quanti altri Compagni Alati vivono costantemente in trappola...
    Se Horus avesse anche voluto dirmi la verità, come avrebbe potuto visto il muro insormontabile che si è alzato giorno dopo giorno per colpa mia e di tutti i Marziani?
    Non era giusto.
    Non è giusto.
    Sono pessima.
    “ Allora permettimi di dirti una cosa. Perdonami.”
    “ Avevi tutte le motivazioni per infuriarti.”
    “ Non per quello. Ti chiedo scusa come Marziana e Contessa per come il mio pianeta ed il mio popolo -me compresa- ha trattato il vostro… Senu, tu mi hai aperto gli occhi. Finora ho sempre trattato diversamente Deimos da tutti gli altri Compagni Alati, ma non è giusto, manco di rispetto a tutti voi e anche a Deimos stessa. La tua storia non dovrebbe essere un tabù, ma anzi, il contrario. Marte è un pianeta meritocratico, ma a voi di Koronis nega la totale meritocazia per colpa di una scelta… ed è una cosa tremendamente stupida! Come in amore, non possiamo trovare quello giusto al primo colpo.” dissi sorridendo a Bayek “… se questa regola ci fosse anche per i pretendenti allora sarei in esilio da mooolto tempo.” il solo ripensare agli innumerevoli possibili mariti che avevo incontrato -e rifiutato- per volere dei miei genitori mi faceva venire i brividi. “Quindi, d’ora in avanti farò di tutto per cambiare le cose, ed inizierò proprio da te, Horus.” mi voltai e mi avvicinai a lei, prendendole le mani e stringendogliele forte “Quello che hai fatto oggi è stato pericoloso, ma soprattutto nobile e coraggioso. Anch’io calpesterei qualsiasi regola pur di salvare le persone che amo. Per questo ciò che è avvenuto oggi resterà sulla Terra. Io non dirò nulla. A Thot ci penserai tu, non voglio mettermi in mezzo a cose che non mi competono. Se mai in futuro avrai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che avrai un’amica in più su cui contare e con cui non dovrai mentire.” le sorrisi dolcemente.
    “ Grazie per la comprensione Ares.”
    Mi voltai verso Senu e l’abbracciai.
    Tutti rimasero interdetti e sorpresi dal mio gesto, persino io.
    “Sei una grande donna Senu. Grazie.”
     
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