Present Day #2020: Abstergo

Season 5

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  1. SliteMoon
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    Voglio essere una macchia colorata in mezzo al grigiume della realtà

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    :Federico:
    Mi ero appena svegliato e tutto era surreale e fottutamente senza senso.
    Ero sveglio, o meglio, vivo per miracolo dopo un pestaggio in cui mi avevano ridotto come un budino spappolato sul pavimento.
    Avevo seriamente rischiato di crepare.
    La cosa ironica -ovviamente sono sarcastico- era che quando mi sono risvegliato non solo trovo Yulia al mio capezzale, per di più scopro che mio fratello ed Altair, paradossalmente, sono nella merda molto più di quanto lo sono stato io… ed io sono quasi morto!
    Non sapevo chi, se la vita, il fato o più semplicemente lo sculo, ma qualcuno mi stava palesemente prendendo per i fondelli.
    Yulia mi confermò che erano al Livello 2, il luogo da cui nessuno fa mai ritorno, dove si trovava questo fantomatico “Demone”, ma quando le chiesi a cosa sarebbero andati incontro, lei mi rispose che non lo sapeva…
    Certo, è più che comprensibile non sapere tutto… ma porca puttana! Era stata lei a parlarcene, ad attirarci in quel fight club di merda dove ci aspettavano i suoi amichetti, ed ora mi veniva a dire che non lo sapeva?
    Ovviamente sbottai, vomitandole addosso tutta la mia rabbia, frustrazione, impotenza, sofferenza, terrore e disgusto. Un cocktail di emozioni micidiale.
    In un angolo del mio cervello sapevo che Yulia non si meritava la scenata che le stavo facendo, ma il dolore e l’umiliazione erano troppo forti, mi travolsero come uno tsunami.
    “Era una trappola fin dall'inizio. Ci avete mandato là come carne da macello. Sappiamo che mai nessuno è tornato dal Livello 2 per raccontare cosa facciano esattamente. Con questa stronzata del demone ci avete incastrato. Ma cosa vi abbiamo fatto di tanto grave per ricevere un simile trattamento?! Abbiamo tentato di trovare un accordo stando al vostro gioco e qual era il vostro obiettivo fin dall'inizio?! Toglierci di mezzo per continuare imperterriti i vostri piani! Mi fate vomitare..." terminai la mia arringa con il fiatone. Mi mancava l’aria.
    "Non penso che mi crederai, ma io ho il dovere di dirtelo... Non ne sapevo niente! Vi ho portati da lui convinta che eravamo tutti pronti a trovare un punto di incontro per poter finalmente collaborare. Ci ho creduto sul serio..." lo disse con tono dispiaciuto e sofferto.
    Il senso di colpa che la attanagliava era palese.
    Una parte di me voleva crederle, soprattutto per quella frase che, anche se sussurrata, avevo chiaramente sentito.
    “Ci sono fin troppe cose che non conosco.”
    Non osavo immaginare come ci si potesse sentire a vivere con il dubbio nei confronti dei propri compagni, che si insinua in ogni conversazione, ogni decisione da prendere ed ogni ordine da seguire, che scava e logora sempre più in profondità come un tarlo nel legno.
    Era però chiaro come il sole che lei fosse decisamente brava a manipolare gli altri, lo aveva ampiamente dimostrato in quella prima conversazione con me ed Ezio.
    Chi mi assicurava che non fosse O’Brian ad averle detto di venire a controllarmi? No, non avrebbe avuto senso… ma perché era qui? Lei aveva abilmente aggirato la mia domanda. Altra dimostrazione che sapeva bene come far fare agli altri quello che lei voleva.
    Perchè sei qui?
    “Non farmi ridere! Non ti crederei neppure sotto tortura! Siete fatti tutti della stessa pasta!” le dissi sprezzante per provocarla… ma chi volevo prendere in giro, ero semplicemente furioso e fin troppo diffidente. E come biasimarmi?
    "Esatto... proprio come mi aspettavo. Non ho nessuna intenzione di rimanere qui a farmi insultare da te. Anzi non so nemmeno perché sono venuta in tutti questi giorni... Meglio che me ne vada!" mi rispose indignata per poi allontanarsi, o almeno ci provò, perché la afferrai per polso e la strattonai verso di me, forse con troppa veemenza. Il suo sguardo gelido e tormentato era incatenato al mio, le sue mani calde sul mio petto, il suo viso a pochi, decisamente pochi centimetri dal mio.
    Era bellissima.
    Sembravamo congelati, entrambi assorti negli occhi dell’altro, tentando di scorgere quello che non era stato detto, le reali emozioni e pensieri. Era una sorta di sfida a chi interrompeva per primo il contatto, una battaglia fatta solo di sguardi, e sembravamo entrambi determinati a non perderla.
    Ci pensò una voce oltre la porta a rompere questo stallo.
    “Nasconditi!” le sussurrai nervoso.
    Chiunque fosse, non doveva trovarla qui, altrimenti avrebbe rischiato grosso.
    Perchè ti stai preoccupando per lei?
    Silenziosa e rapida, andò dietro l’ingombrante testata del letto ed i numerosi macchinari medici un attimo prima che la porta si aprisse, rivelando il visitatore.
    “Bayek, ce ne hai messo di tempo! Ti aspettavo da almeno cinque ore.” scherzai, dissimulando non benissimo la mia stanchezza e le mie condizioni ancora pietose.
    Sorrise e si avvicinò al letto, sedendosi sulla prima sedia che gli capitò a tiro.
    “Come stai?”
    “Che dire, non sono una poltiglia, già questo è un inizio no?” gli dissi ridendo, venendo però interrotto da un violento colpo di tosse. “Sto bene, tranquillo. Piuttosto, che mi racconti di bello?”
    “La situazione sta peggiorando. La tensione è così tangibile che potrei tagliarla con un coltello. Se prima cercavamo un accordo con i Grigi, ora per molti di noi l’unica possibilità è un confronto ben poco pacifico con loro. Quella sera è stata la rottura. Prima io e Connor che abbiamo subito un’imboscata, poi il caos che c’è stato al fight club, con te in infermeria, Ezio ed Altair in questo fantomatico Livello 2...”
    “Un’imboscata?!”
    Addentai l’interno guancia per trattenermi. Questo la biondina non me l’aveva mica detto!
    “Esatto, ma tranquillo, stiamo bene... Federico, tu sei l’unico che ci può raccontare cosa è accaduto la dentro.” mi chiese con la pacatezza e comprensione che lo contraddistingueva.
    “Era una trappola. L’unico loro obiettivo era quello di mandare due di noi in quel posto infernale di cui non sappiamo assolutamente nulla.” dissi afferrando la stoffa delle coperte. La rabbia e la frustrazione si stavano nuovamente facendo sentire. Le immagini di quel massacro erano ancora vivide nella mia testa.
    “Non va bene, per niente. Per di più così rischiamo anche che vada tutto all’aria.”
    “Che significa? Mi sono perso qualcosa?”
    “Abbiamo scoperto che le ragazze stanno per ultimare un piano per tirarci fuori da qui.”
    Sgranai gli occhi, grato per quella notizia, ma anche perché quest’informazione l’aveva sentita anche Yulia, che era ancora nascosta dall’altro lato del letto rispetto a Bayek. Che razza di situazione. Chissà perché, mi ricordava la mia adolescenza.
    Tornando alla questione importante, Yulia non avrebbe dovuto sentire, cazzo!
    “Menomale.” sospirai, accentuandolo più del dovuto. “Grazie mille amico mio per avermi aggiornato, però sono un po’ stanco...”
    “Tranquillo, riposati e riprenditi. Quando sapremo altro ti informeremo.” mi disse poggiandomi una mano sulla spalla. “Poi è meglio se torno a dare man forte a Evie. Prima Jacob ha iniziato nuovamente a sproloquiare, volendo, testuali parole, "far fare ai Grigi la stessa fine dei Blighters".”
    “Non è l’unico.” gli risposi ridacchiando.
    Mi sorrise prima di andarsene, anche se… solo per un attimo, mi sembrò che avesse guardato esattamente dove si trovava Yulia… forse me l’ero immaginato.
    “Vieni fuori.” le dissi una volta che mi ero accertato che se ne fosse andato.
    Ripensai alla conversazione appena avuta con Bayek, alle informazioni che Yulia non avrebbe dovuto sentire, e il nervosismo mi assalì.
    Che faccio ora? Mi chiederà sicuramente qualcosa, che le rispondo? Per di può potrebbe riportare questa informazione ai suoi amichetti, e questo non andrebbe per niente bene.
    Aspetta un attimo… e se la mettessi alla prova?
     
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7 replies since 11/4/2020, 17:42   191 views
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