Mirror Dimension (Auditore's Doom)

Earth Prime

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. The Bla¢k Wit¢h¸
        +4   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Love GDR

    Group
    Cristina
    Posts
    16,702
    Reputation
    +1,399
    Location
    Mandalore

    Status
    Claudia
    “Sei silenziosa...” la voce di Federico mi arrivò alle orecchie bassa e calda, come sempre. Aveva tuttavia un tono apprensivo e dolce, che raramente lasciava trapelare con chi non fossero i suoi fratelli.
    Io dal canto mio stringevo il suo braccio e camminavo pensierosa, un'ansia crescente che mi attorcigliava le budella e la sensazione sempre più opprimente che la mia giovane e spensierata vita era vicino alla fine.
    "Sono solo pensierosa... dubito fortemente che avrò modo di rifiutare le nozze che nostro padre sta organizzando per me..." lo dissi alzando il mio sguardo fiero e puntandolo in quella di mio fratello.
    Era così orgoglioso e bellissimo nella sua tenuta da Sith, seppur sognavo per lui un futuro diverso che quello di essere il tirapiedi di nostro padre.
    “Lo impedirò. Non permetterò che tu vada in sposa a tal verme...” lo disse con la mascella contratta, quella che troppo spesso ero solita vedergli.
    "Vorrei solo vederti sorridere Federico... tu meriti di essere felice e spensierato, non l'uomo privo di sentimenti e triste in cui nostro padre ti ha trasformato!" mormorai fermandomi ed alzando una mano accarezzando il suo viso. Quella stessa mano che lui prese tra le sue e di cui baciò il dorso.
    “Lo stesso che io auspico per te sorella mia...”
    Ci guardammo sorridendoci, ma in noi c'era la malinconia e la certezza che tali speranze sarebbero state vane. Non esisteva felicità per gli Auditore, ma solo il violento e feroce volere di nostro padre e della sua folle fame di potere.
    Fu con quell'animo che raggiungemmo i nostri fratelli e grazie a loro, come sempre, finimmo per scoppiare a ridere per come li trovammo.
    “Avete intenzione di aiutarci o di continuare a ridere come dei babbei?” ci prese in giro Petruccio che velocemente raggiungemmo, e così insieme ad Ezio finimmo anche noi in una battaglia -senza esclusioni di colpi- tra pennellate e colore.
    Imbrattati, ma felici, stesi per terra, rimanemmo fino al tramonto. Fissavamo il cielo e sognavamo la nostra vita. Non avevamo paura di esprimere ad alta voce i nostri pensieri o i nostri desideri con la promessa di non permettere alla realtà di intaccare quei momenti di piena gioia. Momenti puri che, grazie a Dio, non erano mai stati intaccati dall'ingordigia, dalla violenza e dall'odio.

    Gli eventi non erano stati magnanimi con noi ed ogni volta che volevo sperare nella bellezza e nella speranza di raggiungerla, chiudevo gli occhi e ripensavo a quel nostro ultimo momento insieme. In quel giardino di rose e ginestre che ci aveva regalato il miglior tramonto della nostra vita. Federico ed Ezio, a distanza di poco tempo, erano morti uno dopo l'altro lasciando me e Pietruccio sempre più soli e sempre più uniti. Ma percepivo nell'aria il cambiamento, sapevo che presto anche io me ne sarei andata e per combattere la triste sorte che mi aspettava Pietruccio mi aveva proposto di fuggire con lui. Con attenzione e senza attirare l'attenzione avevamo iniziato a preparare il tutto, ma quando Petruccio mi trovò nella sua stanza ad aspettarlo, da ritorno da scuola, capì che qualcosa non andava.
    “Che cosa è successo?”
    "Papà ha congelato i nostri conti bancari e i documenti... sapeva quello che volevamo fare... non possiamo più andarcene!" lo dissi con l'esasperazione nella voce, ma una scintilla di luce c'era sempre nei suoi occhi. Di speranza. Ma tutto durò molto poco perchè nostro padre comparve sulla soglia della stanza. Scattai in piedi mentre mio fratello, come per sua natura, si parò davanti per proteggermi.
    “Sciocchi pensavate davvero che non me ne sarei accorto? Ammetto che liberarmi di te, buona a nulla, non mi interessa, ma tua sorella è merce preziosa!”
    “Non osare toccarla!
    “E chi me lo dovrebbe impedire? Tu?” lo chiese con una risata di scherno quando senza nemmeno muovere un dito fece volare Pietruccio dall'altra parte della stanza. Così forte, che sbattendo la schiena contro la libreria, questa gli cadde addosso bloccandolo.
    Io feci per lanciarmi su di lui con l'intento di aiutarlo, ma i poteri di mio padre prima e la sua mano sul mio braccio poi, me lo impedì.
    “Il Presidente del Clan Bancario Intergalattico ti ha chiesto in sposa ed io non mi farò sfuggire l'occasione, è un alleato fondamentale e questa unione renderà l'Impero forte!”
    "L'Impero! Solo di questo ti importa, di lui e di quel bamboccio che hai preferito ai tuoi figli!" lo dissi sprezzante e per questo guadagnandomi uno schiaffo di rovescio che non solo mi fece cadere a terra, ma mi ruppe anche il labbro.
    I miei occhi si fissarono in quelli di Petruccio, mentre allungando una mano ne accarezzai le dita. Sapevamo entrambi che non ci saremmo mai rivisti e quando mi sentì trascinare ne ero certa.
    Qualcuno alle mie spalle mi aveva preso per la vita e dopo avermi tirata in piedi insieme a qualcun'altro, tenendomi uno per un braccio ed uno per un altro, mi portarono via contro le mie richieste. Erano due redivivi, gli scagnozzi in erba di mio padre.
    "NO LASCIATEMI! NON CI VOGLIO ANDARE! TI ODIO PADRE, RICORDATELO TI ODIO! SPERO CHE TU SOFFRA! TI ODIO! NO NO LASCIATEMI! MADRE MADRE VI PREGO AIUTATEMI... NO NO NO PIETRUCCIO!" urlai come un ossessa, come una persona che stava venendo trascinata al patibolo. Sentì Petruccio urlare, lo vidi sforzarsi di liberarsi, ma non ci fu nulla da fare.
    Da quel giorno non rividi più la mia casa, l'unica famiglia che mi era rimasta. Quel giorno morì la mia innocenza, le mie speranza, la mia fiducia nel domani e nelle persone. Quel giorno Claudia Auditore morì.


    Edited by The Bla¢k Wit¢h¸ - 5/8/2020, 21:54
     
    Top
    .
8 replies since 5/8/2020, 16:43   151 views
  Share  
.